Economia

Negozi chiusi la domenica? «Fino a 150mila occupati in meno»

Per l'Istituto Cattaneo la proposta più estrema al vaglio porterebbe a minori introiti per 10 miliardi
SHOPPING DOMENICALE, PIACE?
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Fino a 150mila occupati in meno con un mancato introito che potrebbe sfiorare i 10 miliardi. È la stima calcolata dall'Istituto Cattaneo riguardo all'impatto potenziale delle chiusure domenicali sul settore moda e shopping tourism in Italia. Un'ipotesi, sottolinea il Cattaneo, «di tipo più demagogico che sostanziale», che si colloca «in una dimensione antistorica rispetto al superamento del tabù domenica e festivi che in altri Paesi è stato ben più rigido che in Italia».

Tanto da arrivare alla conclusione che la misura non sarebbe assolutamente compatibile «in un Paese con un anelito alla crescita spasmodico e un'asfittica difficoltà a perseguirla». Il Cattaneo è partito dai dati di Federdistribuzione e altri organismi del settore, secondo il quale sono quasi 19,5 milioni le famiglie italiane che comprano la domenica, tanto che il festivo è ormai il secondo giorno della settimana per fatturato.

Quindi sono state prese in esame le 4 proposte attualmente sul tavolo: quella del M5s (aperture solo una domenica su 4 e un meccanismo limitativo per gli acquisti online), Lega (chiusura per 12 giornate definitive), Pd (12 chiusura, ma con 6 deroghe) e il testo unificato, una mediazione delle tre precedenti ipotesi.

L'effetto più dirompente l'avrebbe lo scenario auspicato dai 5 stelle. Considerando 45 giornate di chiusura per esercizio, si arriverebbe a un taglio di 148mila posti di lavoro e a un
impatto negativo sul Pil di 9,4 miliardi di euro. La proposta leghista, invece, farebbe perdere 33mila occupati e 2 miliardi di Pil, mentre quella Pd rispettivamente 15mila e 960 milioni. Il testo unificato, che prevede una deroga massima di 30 giornate, porterebbe a 94mila posti di lavoro in meno e un segno negativo di 6 miliardi.

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