Natale amaro per duecento famiglie bresciane: chiudono tre aziende

Sta per aprirsi il periodo delle feste, ma quest’anno sarà un Natale amaro per almeno duecento famiglie bresciane.

La chiusura delle aziende

La Prandelli di Lumezzane

La Prandelli di Lumezzane, fondata nel 1899 e da sempre specializzata nella produzione di tubi e raccordi, nonostante gli sforzi profusi per recuperare il passo perso durante il periodo della pandemia, la settimana scorsa ha alzato bandiera bianca, mettendo in vendita tutti i suoi beni attraverso la procedura di concordato concordato e lasciando nello sconforto i suoi 52 dipendenti.

La Filartex, dopo 55 anni da protagonista nel comparto tessile bresciano e sette mesi di agonia alla ricerca di un cavaliere bianco, martedì sera ha spento tutte le luci dello stabilimento di Palazzolo, mostrando ai suoi 63 addetti il decreto del Tribunale di Brescia relativo all’apertura della liquidazione giudiziale della società, che per il nuovo Codice della crisi corrisponde alla bene più nota procedura di fallimento.

Ieri, infine, al termine di una breve riunione tra i vertici aziendali e le forze sindacali insolitamente convocata alle 8:30 nella sede di Castenedolo, i circa cento dipendenti della Stanadyne hanno ricevuto a sorpresa la notizia della messa in liquidazione della loro società, attiva nel settore dell’automotive e controllata dall’omonima multinazionale americana.

La vertenza

«In realtà, il Consiglio di amministrazione della Stanadyne ha deliberato la messa in liquidazione della società in una riunione convocata a novembre – lamentano Antonio Ghirardi e Barbara Basile della segreteria Fiom Cgil di Brescia –. Eppure, anche la settimana scorsa, i vertici aziendali rassicuravano i dipendenti che chiedevano loro garanzie sul futuro dell’impresa».

Non va tuttavia trascurato il fatto che dall’inizio del 2023 la realtà di Castenedolo sta vivendo una fase societaria piuttosto complicata «a causa di vicissitudini finanziarie negli Stati Uniti, che hanno portato ad un cambio di proprietà nell’estate di due anni fa», riporta la Relazione sulla gestione firmata dal presidente Angelo Rodolfi e allegata all’ultimo bilancio.

In sostanza, nei primi mesi del 2023, l’americana Stanadyne Llc e altre società-sorelle a stelle e strisce hanno depositato presso il tribunale del Delaware istanza di accesso al «chapter 11» volta appunto al risanamento dell’impresa. In seguito a questa operazione, la Stanadyne Llc ha trasferito il 100% delle quote della bresciana Stanadyne Spa alla S-Ppt Italy Holding, società con sede sempre nel Delaware e a sua volta controllata al 100% dalla neo costituita Stanadyne Operating Company, sostenuta da un gruppo di investitori finanziari capitanato dal fondo Cerberus (60 miliardi di dollari di asset in portafoglio).

L’assemblea permanente

Da ieri mattina tutti i lavoratori della Stanadyne stanno animando una «assemblea permanente» davanti ai cancelli del sito di Castenedolo. «Da mesi l’azienda non nasconde l’interesse di un operatore pronto ad acquisire l’attività – riportano i sindacati –, ma è solo una scusa per non spaventare i lavoratori, che già fruivano del contratto di solidarietà. La proprietà ha ammesso che vuole cessare l’attività a giugno, ma se non ritirerà la messa in liquidazione della società, dal magazzino uscirà nulla fino ad allora».

La palla passa così al presidente Angelo Rodolfi, manager di lungo corso (è a capo della società di consulenza 3XCapital) e volto noto nel Bresciano per essere stato protagonista in passato di altre vertenze equiparabili a quella scoppiata ieri a Castenedolo. Tra i diversi incarichi ricoperti da Rodolfi vi è stato quello di amministratore e liquidatore della Screen Service (società tecnologica quotata in Borsa) e quello di advisor per l’avvio del pastifico Zara a Rovato.

Gli operatori della Fiom Cgil hanno sollecitato Rodolfi e soci ad aprire un tavolo di trattativa in Confindustria. Per il momento, però, non hanno ricevuto alcuna risposta in merito. Allo stesso modo, provando a contattare il centralino della Stanadyne di Castenedolo e della bergamasca 3XCapital il telefono ha squillato a vuoto per tutta la giornata.