Economia

Migross riaprirà il primo negozio ex L’Alco a gennaio

Il primo punto vendita che riaccenderà le luci sarà a Lonato «Salvi» 211 lavoratori
Un'insegna Migross
Un'insegna Migross
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Il primo negozio ex L’Alco potrebbe rialzare la saracinesca già a gennaio, con insegna Migross, a Lonato del Garda, avviando così le riaperture di altri sette supermercati chiusi dalla scorsa primavera per la crisi finanziaria che ha colpito il gruppo di Rovato (in concordato). Migross si è aggiudicata all’asta gli ex «cash & carry» Altasfera (gruppo L’Alco, appunto) per un valore di 31,5 milioni. Dopo il negozio di Lonato, quindi, la catena veronese proseguirà le ristrutturazioni (e i conseguenti tagli del nastro) degli altri punti vendita seguendo un protocollo d’intesa.

Si alzeranno insomma le saracinesche nei market di Rovato, Braone, Varedo, Segrate, Busto Arsizio, San Martino Siccomario e Prespiatica. Come spiegato ieri alla Camera del lavoro dai segretari sindacali Luca Di Natale (Filcams Cgil), Paolo Tempini (Fisascat Cisl) e Roberto Maestrelli (Uiltucs), fino a oggi nonostante la crisi de L’Alco si sono salvaguardati 460 posti di lavoro grazie appunto alle acquisizioni di 8 cash & carry da parte del gruppo Migross e di altri 17 punti vendita da parte di Conad. Nel primo caso verranno assunti 211 addetti saranno assunzioni di Migross entro l’1 dicembre, mentre per Conad la vertenza è in via di definizione. Considerato che al 19 aprile 2021 l’ultima comunicazione di L’Alco precisava la presenza di ancora 650 dipendenti da ricollocare – sui quasi 900 presenti nelle strutture del gruppo nel 2017, a inizio crisi – al risultato di piena soddisfazione manca ancora il collocamento di circa 190 persone, buona parte delle quali bresciane, lavoratori.

Premesso che Migross ha rilevato tutti i negozi in capo alla controllata L’Alco grandi magazzini, i fronti aperti restano quello della «società-sorella» Gestione centri commerciali, dove tra Rovato e Prevalle c’erano 60 dipendenti, e della capogruppo L’Alco, di cui Conad ha rilevato 17 negozi su 24, salvaguardando ad oggi 250 persone su 310. Nell’incontro di ieri con i rappresentanti territoriali dei lavoratori e la stampa i segretari Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno sottolineato il «successo della mediazione sindacale, attraverso cui si è ottenuto da parte delle società acquirenti il pagamento di quattro mesi che i dipendenti vantavano come arretrati mai saldati, delle quattordicesime e delle una tantum».

In termini di ammortizzatori sociali invece i lavoratori godranno di 11 mesi di cassa integrazione anche nel 2022, un periodo necessario per le ristrutturazioni dei negozi. I sindacalisti hanno sottolineato anche l’importanza strategica della gestione concertata della crisi, in cui sono stati coinvolti Prefettura, Regione e il Ministero dello sviluppo economico.

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