Metalli, la Regione affianca le aziende negli obblighi ambientali europei

L’Europa chiama, la Lombardia risponde. La Commissione ha in questi giorni introdotto una nuova serie di norme destinate alle aziende del settore della trasformazione dei metalli ferrosi e non, finalizzate alla riduzione dell’impatto ambientale dell’attività produttiva.
Si tratta nello specifico dell’obbligo di applicazioni delle Best available techniques (Bat), ossia le migliori tecniche e tecnologie attualmente disponibili da impiegare in termini di produzione aziendale per raggiungere gli obiettivi riferiti all'abbattimento dell'inquinamento. La norma riguarda circa 1.000 società sparse in tutto il continente (per la prima volta anche 25 fucine che utilizzano martelli per i processi di forgiatura) e pone tempi molto stretti alle imprese per adeguarsi. Gli impianti esistenti avranno quattro anni per adeguarsi alle Bat, concordate dalle istituzioni Ue in dialogo con organizzazioni ambientaliste, mentre quelli nuovi dovranno rispettare immediatamente i requisiti.
Le aree di intervento sono quelle ormai «classiche» collegate alla direttiva Emissioni e al Piano d’azione per l’inquinamento zero e cioè la riduzione delle emissioni in aria e acqua, l’efficientamento energetico con il progressivo abbandono delle fonti fossili, un miglior utilizzo delle materie prime e la sostituzione dove possibile di alcuni materiali, favorendo prodotti più sostenibili.
Soggette ad Aia
In questo contesto, che interessa direttamente la Lombardia e Brescia, ha deciso di muoversi per tempo la Regione. Su proposta dell’assessore all’Ambiente Giorgio Maione è infatti stata approvata una delibera che contiene indicazioni utili alle aziende del settore della trasformazione dei metalli soggette ad Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per la applicazione proprio delle Bat.
«In sostanza, su indicazione dell’Ue, entro la fine del 2026 le aziende sottoposte ad Aia, quali ad esempio quelle che si occupano di zincatura o i laminatoi, dovranno dimostrare di aver applicato tutte le migliori tecnologie di produzione riferite alla sostenibilità ambientale - commenta Maione -. Era perciò necessario un documento che chiarisse le specifiche tecniche su emissioni e consumi energetici. Le aziende lombarde sono già all’avanguardia in questo ambito, ma ora hanno anche un riferimento istituzionale con cui confrontarsi».
Chi è interessato
Ad essere direttamente interessate dagli obblighi comunitari sono 40 realtà produttive lombarde, distribuite principalmente nelle province di Brescia, Bergamo e Milano.
«Si tratta di un lavoro che abbiamo sviluppato in collaborazione con Federacciai, Confindustria e Arpa - aggiunge l’assessore - Viste le scadenze vogliamo dare il tempo al settore per declinare gli obiettivi comunitari. Parliamo di un distretto di grande importanza per l’economia lombarda e nazionale e il fine ultimo è migliorare ulteriormente le performance ambientali senza danneggiare la redditività». Nello specifico la delibera fornisce indirizzi sul campo di applicazione della normativa comunitaria, sui limiti alle emissioni (NOx, polveri) e sui livelli prestazionali.
«Tali indirizzi potranno essere successivamente integrati sulla base di ulteriori elementi che dovessero emergere - conclude -, e che saranno valutati nell’ambito del tavolo di confronto che resterà pertanto attivo, al fine di accompagnare il processo di riesame delle autorizzazioni del settore».
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