Made in Brescia: l’export tiene ma non recupera, calo dello 0,2%

L’export del Made in Brescia non cede il passo, ma non recupera, complici le contrazioni sul mercato europeo e americano.
Calo
A dirlo sono i dati Istat elaborati dai Centro Studi di Confindustria e Confapi Brescia relativi al primo trimestre di quest’anno, che evidenziano come nei primi tre mesi dell’anno l’export provinciale abbia registrato un calo dello 0,2% sullo stesso periodo del 2024, con un valore assoluto pari a 5 miliardi e 77 milioni di euro. Il dato, certo non entusiasmante, è comunque meno negativo dell’avvio dello scorso anno, quando il confronto con il 1° trimestre 2023 aveva fatto registrare una contrazione di circa l’8%. Si assiste, quindi, a una tenuta dei flussi commerciali, ma non ancora a un recupero dei livelli persi nel 2023 e inizio 2024.
Confronto
Nel confronto regionale e nazionale Brescia è l’area più penalizzata: la Lombardia evidenzia un incremento del +1% mentre il dato nazionale è di un +3,2%. La lieve flessione dello 0,2% delle importazioni viene motivata in parte dal contributo non esaltante dell’Ue (+0,5%), mercato di riferimento per l’export bresciano, che vede soffrire soprattutto Berlino (-0,5%) e Parigi (-2,3%), pagando il prezzo anche del mancato recupero della Germania.
Più seria la situazione al di fuori dell’Ue, con i Paesi europei non Ue che registrano un calo del 9,4% (il Regno Unito segna -2,2% e la Turchia -4,9%) e la Russia del 44,8%. Anche dal mercato nordamericano si assiste a una contrazione: gli Stati Uniti, che negli ultimi trimestri si erano caratterizzati per una costante crescita, registrano una flessione assolutamente non trascurabile (-5,6%). In controtendenza l’Asia, che si conferma un’area di espansione (+12,7%): le vendite verso l’India crescono del 53,4%, mentre la Cina registra una contenuta flessione del 2,7%.
Analisi
«I dati confermano un quadro ancora incerto per l’export bresciano, ma allo stesso tempo evidenziano segnali di tenuta in un contesto economico internazionale complesso», commenta Mario Gnutti, vice presidente uscente di Confindustria Brescia. Sulla stessa lunghezza d’onda il leader di Confapi Brescia, Pierluigi Cordua: «Per le piccole e medie imprese si tratta di un contesto sfidante, che richiede il coraggio di uscire dalla comfort zone rappresentata dai mercati Ue e di avvicinare nuovi sbocchi commerciali».
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