Macchine per deformare metalli: la Faccin passa al fondo Igi

Igi private equity, con il supporto di Equiter, ha rilevato il controllo della Faccin di Visano, azienda nota per la produzione macchine specializzate nella deformazione dei metalli, ad esempio le calandre.
«Dopo anni di passione, impegno e dedizione, Igi ci darà la spinta necessaria per accelerare la nostra crescita e rafforzare ulteriormente il percorso di innovazione e sviluppo», ha spiegato il Ceo Andrea Ceretti, che per «avvalorare» la bontà di questa operazione, ha reinvestito e continuerà a ricoprire la carica di amministratore delegato.
Il punto
In effetti, cinque anni fa, sempre di questi tempi, in Faccin si definiva un accordo che ha segnato in modo positivo il futuro dell’azienda di Visano: contestualmente a un aumento di capitale da 2,4 milioni, le banche accettavano di convertire parte del loro credito (circa 13 milioni di euro) in «Strumenti finanziari partecipativi», uno sorta di azioni senza diritto di voto, consentendo alla società bresciana di ridurre a 20 milioni di euro la sua esposizione verso gli stessi istituti.
Quell’operazione si è rivelata fondamentale per il rilancio della Faccin da un punto di vista industriale e propedeutica alla cessione al fondo Igi: nell’arco di poco tempo, dalla fabbrica della Bassa sono usciti anche nuovi prodotti frutto della preziosa competenza vantata dalla forza lavoro e dai vertici aziendali. E con tre anni di anticipo si sono raggiunti gli obiettivi previsti dal progetto finanziario definito a fine 2020. «Il gruppo ha progressivamente affinato il proprio posizionamento, focalizzandosi su soluzioni ad alto valore aggiunto e crescente complessità e dimensione, con particolare attenzione ai mercati più promettenti quali quello del wind e dell’idrogeno» riporta una nota diffusa ieri. «Faccin è oggi riconosciuta tra i tre principali leader mondiali del settore grazie all’eccellenza tecnica, alla solida qualità di prodotto ed alla capacità di adattarsi rapidamente all’evoluzione del mercato di riferimento» sottolineano dal quartier generale.
I numeri
Oggi la società conta oltre 110 dipendenti, ha chiuso il bilancio 2024 con ricavi consolidati per oltre 60 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto all’esercizio precedente, e un Ebitda superiore a 11 milioni. La produzione è concentrata nel sito di Visano (28mila mq), ma la Faccin vanta una presenza commerciale diretta in alcuni mercati strategici, tramite le controllate Faccin Usa e Faccin GmbH.
I progetti
«Nel perseguire la strategia di Igi di investire nella transizione sostenibile ed in coerenza con i principi dell’economia circolare - commenta il futuro presidente della società Angelo Mastrandea, oggi senior partner di Igi private equity - riteniamo che Faccin rappresenti un’opportunità dal grande valore industriale e strategico. La società è posizionata come abilitatore tecnologico di filiere critiche per la decarbonizzazione, in particolare nel settore eolico e in quello dell’idrogeno, attraverso la fornitura di macchinari essenziali per la produzione di torri eoliche e pressure vessels di nuova generazione».
Il fondo Igi ha acquisito la quota di capitale che Consilium Sgr deteneva nella realtà bresciana insieme a Nicola, Barbara, Francesca e Timothi Faccin, figli del fondatore Walter, mancato un anno fa. Igi e i vertici aziendali della Faccin hanno peraltro già concordato un piano di sviluppo con l’obiettivo di superare i 100 milioni di ricavi. «La strategia di crescita - svelano da Visano - si fonda, da un lato, sul consolidamento dell’attuale posizionamento competitivo del gruppo nei mercati internazionali a più alta crescita attraverso l’espansione commerciale, lo sviluppo del business after-sales e l’evoluzione dell’offerta verso soluzioni sempre più automatizzate, integrate e ad alto contenuto tecnologico. Dall’altro lato, il piano prevede un importante percorso di crescita per linee esterne, con l’obiettivo di accelerare la penetrazione geografica e arricchire la gamma prodotti, cogliendo opportunità di aggregazione industriale e rafforzando la nostra leadership settoriale».
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