Economia

L'ex Ocean di Verolanuova chiude: 440 a rischio

Azienda e sindacati cercano un accordo per la cassa straordinaria. Per lo stabilimento un piano di riconversione industriale.
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Da tempo le speranze si erano ridotte al minimo, ma da ieri martedì ipotesi di rilancio se n'è andata in fumo. Nel sito della Brandt Italia (ex Ocean) di Verolanuova verrà presto cessata ogni attività di tipo industriale legata alla produzione di congelatori, frigoriferi e lavatrici: l'azienda - secondo indiscrezioni - lo ha già comunicato alle organizzazioni sindacali e ora cercherà di raggiungere con loro, motivandolo appunto con questa sua decisione, un accordo per l'utilizzo della cassa integrazione straordinaria nei prossimi due anni.

Gli azionisti della cooperativa basca Mondragon, che controllano il gruppo Fragor Brandt a cui fa capo la Brandt Italia, hanno dunque scelto la soluzione più drastica per il futuro del sito bresciano dove sono attualmente occupati circa 440 lavoratori. Non più tardi di due mesi fa, infatti, si era materializzata la possibilità che l'azienda, a fronte di un importante ridimensionamento della forza lavoro (considerando che gli esuberi annunciati sono 250), presentasse un piano di riorganizzazione industriale. Progetto che, nelle sue probabili ipotesi di sviluppo, prendeva in considerazione anche l'eventualità di una riconversione industriale del sito di Verolanuova mantenendo una parte significativa dei dipendenti per una produzione alternativa.

Non è andata così, ma - sempre secondo le nostre fonti - una volta raggiunto l'accordo con le organizzazioni sindacali per la cassa straordinaria, la Brandt Italia si è detta disponibile a verificare la possibilità di un nuovo utilizzo, da parte di investitori specializzati anche in attività completamente diverse rispetto a quella della produzione di elettrodomestici, del sito di Verolanuova.

Soluzione che prenderebbe pure in considerazione la necessità di assorbire una parte considerevole dei lavoratori attualmente occupati nell'ex Ocean.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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