Economia

Le forge camune mantengono la leadership sui mercati esteri

Il 2021 si è chiuso bene, nonostante le enormi difficoltà sul fronte del costo dell’energia e dei prezzi delle materie prime.
Forgiatura (foto simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
Forgiatura (foto simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
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Da Cividate è passata la storia della forgiatura italiana, storia fatta di tecnologia, posti di lavoro, mercati presidiati sia nazionale sia stranieri, profitti e arte nel trattamento del metallo. Perché chi maneggia un grande cilindro d’acciaio rovente con il «manipolatore» (una potente «ruspa» - chiamiamola così - che anziché avere il cucchiaio frontale è dotata di grandi tenaglie per afferrare il semilavorato) e lo guida (sintetizzando) sotto una pressa, nel delicato processo di deformazione plastica, dandogli la forma di un albero di trasmissione per una nave, piuttosto che di un componente per l’olil and gas, il nucleare, l’idroelettrico è un vero artista.

Le aziende del comparto

Per il comparto bresciano della forgiatura, competitor di giapponesi e sud coreani allora parlano i conti. Il 2021 si è chiuso bene, nonostante le enormi difficoltà sul fronte del costo dell’energia e soprattutto dei prezzi delle materie prime.

Forge Fedriga

Fondata negli anni Sessanta, oggi alla terza generazione con una trasformazione che dall’artigianalità degli inizi attività ha portato l’azienda ad esser oggi una realtà industriale, la società occupa 64 persone (di cui 32 operai e 23 impiegati) e nel 2021 ha realizzato un fatturato di 25,4 milioni di cui 14 in Italia,7,1 nell’Ue e 4,2 fuori dall’Unione Europea.

Oil&gas

Per la società presieduta da Stefano Fedriga il comparto dell’«oil and gas» rappresenta il mercato principale, comparto che dopo aver scontato nel 2020 un crollo dei prezzi dovuto agli effetti della pandemia, nel 2021 - dopo ’introduzione dei vaccini - ha visto un inversione di tendenza, così come c’è stata una ripresa della domanda di gas, con sblocco degli investimenti nella seconda parte dell’anno.

La relazione sul 2021 della società camuna rileva che «nonostante la riduzione dei ricavi delle vendite, passati da 30,5 a 24,4 milioni, il risultato netto è stato positivo ammontando a 607mila euro con un ebitda importante per 3,2 milioni». Importanti gli investimenti (un nuovo impianto i trattamento termico, un nuovo manipolatore, nel laboratorio una macchina nuova per collaudare le trazioni oltre ad una nuova segatrice a nastro) e investimento in nuove energie per ridurre la dipendenza dall’oil and gas guardando ad una clientela diversa.

Forgiatura Morandini

110,2 milioni di valore della produzione nel 2021 per Forgiatura Morandini, di cui è amministratore unico Alessandro Morandini, impresa di dimensioni importanti che con i suoi 180 dipendenti (di cui 104 operai e 57 impiegati) costituisce un polo occupazionale di valore significativo. La suddivisione dei ricavi presenta un forte radicamento sul mercato estero: ai 38,1 milioni del mercato italiano si aggiungono 26,2 milioni nell’Ue e 29,8 realizzati sui mercati extra Ue, effetto della capacità del comparto e dell’impresa di presidiare mercati stranieri importanti.

Fucinati pesanti

La relazione sulla gestione sottolinea come la società sia «tra i primi produttori mondiali di fucinati pesanti» con pesi e dimensioni fino a 200 tonnellate, utilizzati come componenti strutturali nella costruzione di impianti e macchinari, oltre che di attrezzature meccaniche, siderurgiche, navali e molte altre. A fine 2021 il portafoglio ordini era di 63 milioni, in calo rispetto ai 54 della fine del 2020. Forge Morandini ha chiuso lo scorso anno con un ebitda di 17 milioni ed un utile netto di 4,5 milioni.

Forge Monchieri

Con 15,7 milioni di ricavi in Italia, 13,6 nell’Ue e 13,9 extra Ue, Forge Monchieri anch’essa di Cividate Camuno supera i 43,3 milioni di ricavi nel 2021, anno in cui ha effettuato investimenti per 1,94 milioni. Il conto economico chiude con un reddito negativo per 1,2 milioni e con un margine operativo lordo di 2,1 milioni.

In sintesi: il comparto dei forgiatori bresciani tecnologicamente nulla ha da imparare da altri, sa resistere come pochi ai competitor sui mercati esteri, i fondamentali finanziari delle imprese sono solidi, le imprese sono patrimonializzate e continuano ad essere solidi posti di lavoro solidi per il territorio. Ps: di Mamè che fa parte del gruppo Lucchini Rs e Metalcam di Breno, altre due realtà eccellenti del territorio camuno, avevamo già dato cronaca.

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