Economia

Le aziende che cambiano il codice Ateco per continuare a produrre

La denuncia del segretario Cgil Landini: «600 richieste solo a Brescia». Il blocco è regolamentato dal dpcm per arginare il coronavirus
Un operaio metalmeccanico - Foto © www.giornaledibrescia.it
Un operaio metalmeccanico - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Alcune imprese stanno cambiando il loro codice Ateco per poter continuare a produrre. Non è possibile giustificarle. Il primo passo è di mettersi a lavorare sull'elenco delle attività essenziali e su quelle che ad oggi possono fermarsi per qualche giorno». Lo ha affermato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nel corso della videoconferenza dei sindacati con il governo, a proposito dell'attività industriale dopo l'ultimo Dpcm.

Secondo Landini, «aver introdotto nel decreto la deroga a livello territoriale per le aziende la cui attività è agganciata a quelle consentite, previa informazione e decisione prefettizia, ha scatenato una malsana rincorsa. Solo a Brescia e solo nella giornata di ieri sarebbero arrivate oltre 600 richieste». Richieste che, secondo quanto riferito dalla Prefettura, oggi hanno superato quota mille.

«Il rischio - ha continuato Landoni - è che tutte le aziende che hanno un minimo collegamento con attività consentite chiedano comunque di produrre al 100%. Non è possibile consentire la produzione al 100% di quelle imprese che lavorano al 5% per aziende ritenute essenziali. Così perde senso il provvedimento».

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