Economia

Lavoro, contratto Stellantis: chiesti 153 euro d’aumento

L’attuale accordo con Fim Uilm, Fismic e Uglm scade a fine anno. La polemica della Fiom
I lavoratori dell’Iveco davanti allo stabilimento di via Volturno - Foto © www.giornaledibrescia.it
I lavoratori dell’Iveco davanti allo stabilimento di via Volturno - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il pieno recupero dell’inflazione, con un aumento in busta paga base dell’8,4%, pari a 153 euro medi al mese, nel 2023: è la richiesta contenuta nella piattaforma per il rinnovo del Contratto collettivo specifico di lavoro (Ccsl) 2023-2026 di Stellantis, Cnh, Iveco e Ferrari presentata dai sindacati firmatari Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr. L’attuale contratto, nato più di dieci anni come contratto Fiat, scade a fine anno e riguarda circa 68mila dipendenti dei gruppi (tra cui i circa 1.700 addetti in forza nel sito Iveco di Brescia). La richiesta è inoltre di un aumento del 4,5% nel 2024 e del 2,5% nel 2025, mentre per il 2026 i metalmeccanici spiegano di non avere ancora stime di riferimento attendibili.

Tra le altre richieste, migliorare i premi aziendali e rafforzare gli strumenti di welfare, aumentare la formazione e, sull’orario di lavoro, rivedere i recuperi produttivi, estendere forme di flessibilità, prevedere tempi minimi per il richiamo dalla cassa integrazione, introdurre maggiorazioni aggiuntive per il lavoro del sabato.

I tempi

Il testo entro il 19 ottobre sarà sottoposto al voto delle Rsa di ciascun stabilimento. Dopo l’ok, la piattaforma sarà quindi inviata a Stellantis, Iveco, Cnh Industrial e Ferrari, per avviare «in tempi brevi» la trattativa di rinnovo del Ccsl. Per Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr il negoziato deve rappresentare anche l’occasione per «chiarire le missioni produttive» di tutti gli stabilimenti italiani, tutelando l’occupazione.

La Fiom, non firmataria del Ccsl, ritiene invece necessario «unire lavoratori e sindacati» nel contratto nazionale perché «le condizioni che hanno portato al Ccsl non ci sono più». Mercoledì 19 ottobre riunirà i delegati dei gruppi Stellantis, Cnhi ed Iveco per approvare la propria proposta sul percorso contrattuale.

Innovazione

Polemica con la proposta di Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr è la Fiom che invece aveva richiesto un’erogazione straordinaria per sostenere il potere di acquisto dei salari del gruppo. La risposta dell’azienda, dichiarano il segretario generale Michele De Palma e il coordinatore nazionale automotive, Simone Marinelli, è stata negativa sostenendo che il tema del salario potrà essere affrontato all’interno del percorso per il contratto. In questa situazione la Fiom rilancia la priorità del contratto nazionale di lavoro perché, vista la situazione dell’auto, la strada del contratto aziendale non è più percorribile. Mercoledì 19 ottobre i Coordinamenti nazionali Fiom di Stellantis, Cnh ed Iveco si riuniranno a Roma per approvare la loro proposta contrattuale.

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