Lavoratori stagionali, opportunità importante con molte polemiche

È tornato quel periodo dell’anno. Quello nel quale cresce a dismisura la domanda di lavoratori stagionali. E l’estate del 2025 si preannuncia come una stagione segnata da una forte richiesta di manodopera. Secondo l’ultimo report di Assolavoro Datalab, infatti, tra maggio e settembre la domanda di lavoro stagionale nei principali settori produttivi raggiungerà le 600mila unità, concentrate in particolare nei servizi di accoglienza turistica, ristorazione, commercio e agroindustria.
Le agenzie per il lavoro offriranno circa 50mila contratti in somministrazione riferiti proprio ai settori chiave dell’economia italiana legata al turismo, mentre il totale delle opportunità in somministrazione (comprese quelle non stagionali) sfiorerà quota 400mila.
Figure ricercate
Sulle principali piattaforme di offerta e ricerca di posizioni lavorative, le professioni maggiormente ricercate riguardano i comparti del turismo balneare, dell’animazione e dell’accoglienza: animatori sportivi, di baby club e assistenti per disabili, receptionist, bagnini, steward di piscina. Ampia la richiesta anche nella ristorazione, dove si cercano chef, commis di cucina, camerieri ai piani, bartender e addetti al banco bar. La componente commerciale è rappresentata da standisti, commessi stagionali, cassieri e addetti ai reparti dei supermercati.
A completare il quadro, le attività produttive legate alla stagionalità dell’agroalimentare, come operai di campagna e addetti al confezionamento. Molte opportunità anche per facchini, lavapiatti, operatori delle pulizie, tuttofare e fattorini. Quella dei lavoratori stagionali è d’altronde una necessità trasversale. Dal mare alla montagna, dai parchi divertimenti alle strutture ricettive. In tutte le località turistiche d’estate serve manodopera. Senza contare festival, eventi, concerti che, come ogni estate, colorano la bella stagione.
Polemiche
Il lavoro stagionale è ormai parte integrante della società italiana, eppure ogni anno piovono polemiche sulla difficoltà di intercettare domanda e offerta da una parte e sui compensi dall’altra.
Cgil ha denunciato a più riprese l’emergenza nel fenomeno: «Riposi non rispettati, orari flessibili, supplementari e straordinari non pagati, lavoro nero e grigio, esternalizzazioni e appalti. Una condizione opaca che produce la lesione della dignità, della tutela e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, alimentando quell’economia sommersa socialmente dannosa per il Paese».
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