Economia

Lavoratori, fabbriche e merci: cosa prevede il decreto

I chiarimenti da parte del governo circa il dpcm per il contenimento dell'epidemia da coronavirus
Sì al trasporto delle merci
Sì al trasporto delle merci
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Merci e logistica non si fermano nelle zone chiuse e i lavoratori, almeno quelli che non possono usare lo smart working da casa, potranno muoversi seppure per lo stretto necessario, in modo da non bloccare fabbriche e impianti.

Dopo i primi dubbi al decreto del governo contro il coronavirus che interessa il cuore produttivo del paese, l'esecutivo ha chiarito a imprese e mondo economico che sarà assicurata la circolazione, necessaria per assicurare l'approvvigionamento alimentare a negozi e supermercati e non interrompere il ciclo produttivo delle fabbriche. Una paralisi che manderebbe definitivamente ko una produzione industriale già in affanno nelle ultime settimane. Per il momento comunque non vi sono problemi alle scorte alimentari malgrado molti abbiano fatto incetta in questi giorni.

«Non vi è nell'immediato il rischio di non reperire prodotti alimentari e i nostri lavoratori stanno garantendo questo servizio essenziale» spiega Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio. Quindi possono recarsi al lavoro entrando anche nelle zone «chiuse» operai, autisti, tecnici e altri lavoratori indispensabili al funzionamento dell'azienda mentre presumibilmente i colletti bianchi o altre figure sarebbe meglio che lavorino davanti al computer o lo smartphone di casa.

Va detto che moltissimi settori come fiere, convegni, spettacoli, eventi sono comunque fermi da giorni ed altri, quali la ristorazione o il turismo gravemente intaccati. Certo sono ancora da chiarire diversi aspetti sulla documentazione da esibire alle forze dell'ordine e sulle procedure da adottare per minimizzare i rischi di contagio e di quarantena e sulla movimentazione delle merci, ma il governo ha sancito, con una nota esplicativa in linea generale che «il personale che conduce i mezzi di trasporto può entrare e uscire dai territori interessati e spostarsi all'interno degli stessi, limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo delle merci».

Rassicurazioni ai dubbi arrivati sia dai presidenti di Lombardia e Veneto sia da Confindustria con Vincenzo Boccia che aveva rilevato come «se si fermano le merci» e le fabbriche «ci sarà un effetto collaterale negativo acceleratore sull'economia». Un appello raccolto appunto dal governo, sottolinea Viale dell'Astronomia. Assolombarda, l'associazione che riunisce le imprese di Milano, Lodi e Monza (nell'epicentro quindi dell'epidemia) sottolinea come «le attività continuano e quindi il tragitto casa lavoro è consentito». «Nel termine "comprovate"« esigenze lavorative (previsto dal decreto ndr) si intendono attività non ovviabili ricorrendo a lavoro agile, e che richiedono la presenza dei lavoratori su luogo di lavoro e, in questo caso, con l'adozione da parte delle imprese delle misure di cautela e prevenzione».

A chiedere chiarimenti ulteriori sono sia i consumatori che le aziende della logistica e dei trasporti come TrasportoUnito o Confetra. Il Freight Leaders Council, associazione che riunisce i maggiori player della logistica nazionale, sottolinea come «tra gli aspetti più critici da tenere in considerazione» «c'è l'eventuale quarantena degli autisti che attraversano i confini della zona rossa: se non si elabora un protocollo che eviti questa misura di prevenzione, l'autotrasporto tra pochi giorni non avrà più autisti disponibili».

E infine i sindacati bancari chiedono agli istituti di credito quali siano le misure di sicurezza per i dipendenti e i clienti e avvisano che ogni spostamento non necessario nelle zone chiuse non sarà tollerato.  

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