Economia

Las Vegas, nella storia l’auto a guida autonoma targata «Bs»

Al volante della Dallara che ha vinto la gara c’era «As.car.i», il pilota virtuale realizzato da PoliMove
  • «As.car.i», l'autopilota «bresciano» da Formula 1 trionfa a Las Vegas
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    «As.car.i», l'autopilota «bresciano» da Formula 1 trionfa a Las Vegas
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Nell’albo d’oro del campionato mondiale di Formula 1 ci sono solo due piloti italiani. Sono Nino Farina, che su Alfa Romeo vinse l’edizione del 1950 e Alberto Ascari, che su Ferrari si aggiudicò i tornei del 1952 e del 1953. Da qualche giorno, però, il nostro Paese può vantare un nuovo trionfo nel prestigioso mondo delle quattro ruote grazie al successo registrato da un altro «As.car.i», su una Dallara AV-21 «targata Brescia», all’Indy autonomous challenge di Las Vegas, la prima competizione tra auto a guida autonoma.

«As.car.i» sta per «Autonomous car intelligence» ed è il pilota virtuale battezzato dal Politecnico di Milano in omaggio appunto al campione italiano. Altro non è, insomma, che un software realizzato dal team PoliMove, composto da quindici ingegneri dell’ateneo meneghino capitanati dal prof. Sergio Matteo Savaresi, originario di Manerbio. Inoltre, lo sponsor principale di questo ambizioso progetto, che ha contemplato un investimento vicino al milione di euro, è e-Novia, l’incubatore di imprese con sede nel capoluogo lombardo e che vanta una significativa presenza bresciana nel capitale sociale con le famiglie De Miranda (Ori Martin), Streparava, Novali (Mont.el) e dei fratelli Aldo e Carlo Bonomi (Rubinetterie Bresciane).

La competizione

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Ascari, la supercar «bresciana» a guida autonoma in gara a Las Vegas

L’Indy autonomous challenge è una competizione fra veicoli del futuro che nasce nell’ambito del Ces (Consumer electronic show), la più importante fiera tecnologica del mondo in programma ogni anno a Las Vegas. In gara con il team PoliMove - in quest’occasione schierato in partnership con l’università dell’Alabama - c’erano altri 35 autorevoli atenei.

Nel testa a testa finale, alla velocità di 270 km/h, la Dallara «guidata» da Savaresi ha battuto quella condotta dal Tum Autonomous motorsport dell’università di Monaco. «Ci abbiamo lavorato tanto, temevamo qualche intoppo, ma ci credavamo molto: i miei ragazzi possono guardare negli occhi qualunque collega di istituti prestigiosi» ammette con legittimo orgoglio il docente bresciano, ordinario di Automazione e controllo nei veicoli.

Sul circuito di Las Vegas le auto da corsa erano tutte identiche. Tutte Dallara AV- 21 (ognuna del valore di 600mila dollari) con al posto del pilota un sistema a motore tecnologicamente avanzato per muovere il volante e i freni. Il tutto collegato a sensori e guidato da un sistema di intelligenza artificiale programmato da ciascuna delle squadre in competizione.

«La guida autonoma - aggiunge Savaresi - sarà la vera sfida che rivoluzionerà il mondo dell’auto, di gran lunga la più importante degli ultimi dieci anni». E proprio in questa chiave, chiosa il professore del Politecnico: «Quest’esperienza è servita a formare in maniera più che accelerata una generazione di brillanti giovani ingegneri in questo settore».

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La sfida

Per la prima volta nella storia dei motori, peraltro, all’Indy autonomous challenge non ha gareggiato una sola vettura a guida autonoma: è stata una sfida tra più auto «senza conducente», capaci di sorpassarsi a vicenda a una velocità non indifferente. Il pilota virtuale di PoliMove, quindi, ha tagliato per primo il traguardo utilizzando sensori e un cocktail di algoritmi formulati dalla squadra del prof. Savaresi, in grado di calcolare contestualmente la migliore traiettoria, la velocità limite in ogni punto della pista e tenendo conto della presenza degli avversari.

«Siamo un team di ricerca e non di studenti - puntualizza il docente bresciano -. Ho messo in gioco una squadra di dottorandi, giovani brillantissimi. Ciascuno ha approfondito una sfera di ricerca: c’erano persone specifiche su ogni problema. E si è vista la differenza. Quando troviamo il contesto giusto, noi italiani siamo i migliori». Inevitabile la soddisfazione anche per il ceo di e-Novia, Vincenzo Russi: «I risultati conseguiti in una competizione che coinvolge le eccellenze di tutto il mondo - ha detto - confermano la capacità di innovazione del Paese e dei suoi talenti politecnici anche nello sviluppo di sistemi a guida autonoma in grado di definire nuovi standard e soluzioni che contribuiranno ai profondi cambiamenti dell’industria e della mobilità».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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