Economia

L'architetto bresciano che vende yacht di superlusso

«Arredare una barca è come arredare una casa: devi capire cosa il tuo cliente vuole»: parola di Filippo Rossi
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Rossi è un cognome mutifunzionale: si chiamano così piloti, pasticceri, contabili, giornaliste, imprenditori e calciatori. Ma anche architetti, uno dei quali, bresciano, vende ... yacht. E non barchette, quelli veri, dislocanti tra i 20 e 50 metri, in acciaio o alluminio progettati e costruiti dai prestigiosi cantieri olandesi Lynx di Nijkerk.

Storia curiosa quella di Filippo Rossi, erede di uno storico negozio cittadino di eleganti parati al quale l’attività di famiglia (forse) stava stretta, ma che tuttavia gli è servita assai «perché - racconta - arredare una barca è come arredare una casa: devi capire cosa il tuo cliente vuole e metterglielo a disposizione nel migliore dei modi».

La laurea in architettura al Politecnico e la passione per il mare gli hanno così aperto nuove porte, spazi nei quali è stato incerto se infilarsi o meno, ma alla fine ci ha provato ed è riuscito. Filippo Rossi inizia la sua carriera come responsabile degli allestimenti per Dalla Pietà Yacths, storico cantiere veneziano; è poi direttore della divisione Charter & brokerage per Floating Life, società di svizzera di charteraggio; passa quindi come general manager alla veneziana Arzanà Navi, gradino che, in una carriera iniziata nel 1999, anticipa quello alla Fraser di Montecarlo.

Poi, nell’inverno dello scorso anno, Slim Buricha, il presidente fondatore e prorietario di Lynx, lo chiama nel team olandese come manager per le vendite e il marketing «con un’opportunità professionale - racconta l’architetto bresciano - che si presenta per me subito come una sfida da accettare. Una sfida generata dagli obiettivi che il cantiere ha sul mercato, dai contenuti delle barche (e qui ritorna l’esperienza fatta nel negozio di famiglia in via Moretto) e dalle esigenze dell’armatore»; ma anche dal nuovo progetto, battezzato YXT, barche «shadow vessel» (vascelli ombra) che navigano in appoggio di una barca più grande. Esigenza a caro prezzo che si può spiegare così: con una barca che supera i 30 metri in molti porti non entri e l’armatore non riesce a godere quindi del glamour che le località esclusive di mare esprimono; ecco allora che sulla barca principale l’armatore vive, ospita amici e clienti, mentre sullo shadow vessel, che nelle linee ricorda vagamente i rimorchiatori oceanici, trasporta quel che gli serve per gli sport nautici e per frequentare le banchine, ma soprattutto che si fa trovare là dove l’armatore desidera. Cose insomma non per tutti.

«Lynx - aggiunge Filippo Rossi - oltre alla linea di yacht creati in esclusiva per il cliente, ha avuto l’idea di pensare uno shadow vessel per superyacht in grado di ospitare tutto quel che serve per godere la vita di mare, come barche a vela, gommoni, windsurf. Ho accettato così un mandato che è quello di creare un marchio che abbia un’identità definita, in grado di soddisfare le esigenze che ci arrivano dagli armatori e in grado per il nostro cantiere di generare un indotto straordinario». Anche quella del luxury è economia.

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