Economia

L’anno record delle quotate: Gefran è regina guadagna il 252%

Sul podio anche Sabaf +98% e Cembre che fa +56% La spinta grazie ai fondi Pir Ubi +42%, A2A +26%
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Anno record per la Borsa italiana che archivia il 2017 con una crescita dell’Ftse Mib che sale del 13,5% e la capitalizzazione che arriva a 640 miliardi pari al 37% del Pil.

Bene le società a maggior capitalizzazione, ma ancora meglio le cosiddette «small cap», ovvero le piccole imprese quotate sui mercati Star e Aim. E tra queste c’è la nutrita pattuglia di bresciane che hanno registrato incrementi in alcuni casi davvero «stellari».

A spingere le quotazioni la traballante ripresa economica con la progressione dei fatturati trascinati dall’export. Ma anche e soprattutto l’«effetto Pir», ovvero i piani individuali di risparmio introdotti nel corso del 2017 dal Governo per favorire gli investimenti nelle piccole e medie imprese quotate. Da inizio anno l’indice Ftse Italia Small Cap (nel quale sono inserite tra le altre anche Bialetti Industrie, Cembre, Gefran, Sabaf, Poligrafica) ha guadagnato circa il 26%. Dietro le performance da capogiro ottenute dalle nostre quotate c’è quindi anche parte di quello che viene comunemente definito l’«effetto Pir».

Gefran la regina. Da 2,84 euro a 9,9 euro, con un picco massimo a 15 euro registrato il 3 ottobre: è la strabiliante performance registrata dal titolo Gefran che nel 2017 cresce del 252%. La società di Provaglio d’Iseo, specializzata nella progettazione e produzione di sistemi e componenti per l’automazione e il controllo dei processi industriali, oggi è guidata dall’Ad Alberto Bartoli ed ha ottenuto performance industriali di tutto rispetto: nei primi nove mesi dell’anno (ultimo dato disponibile) la spa ha registrato ricavi per 94,1 milioni di euro, in crescita del 6,9% sullo stesso periodo del 2016. Sabaf va a... 100.

Non scherza nemmeno il titolo Sabaf che nel 2017 ha segnato una crescita vicina al 100% (per l’esattezza il 98,3%). Il titolo ieri valeva 19,9 euro, dopo aver raggiunto un massimo di 24 euro lo scorso 24 novembre (nell’ultimo mese ha perso il 13%). Bene anche i conti della società di Ospitaletto che nei 9 mesi del 2017 ha venduto rubinetti e bruciatori per 112,8 milioni, il 15% in più rispetto ai 9 mesi del 2016.

Cembre da campioni. Meno stellare, ma pur sempre da campioni il risultato portato a casa dal titolo Cembre che ieri valeva ben 21,6 euro, il 56% in più rispetto ad un anno fa. La società guidata da Rosani specializzata nella produzione di connettori elettrici ed accessori per cavo nel 2017 nei primi 9 mesi ha visto i ricavi salire a 97,6 milioni con una crescita dell’11% in Italia e del 5,6% all’estero.

Nonostante la «sbandata» di ieri (-2%) il titolo Ubi Banca chiude con un incremento annuale del 42% a 3,64 euro. Tra tensioni e forti oscillazioni il gruppo bancario bresciano aveva toccato il massimo dell’anno lo scorso 3 ottobre a 4,6 euro.

Ottima la performance di A2A che guadagna nell’anno il 26% e ieri ha chiuso a 1,54 euro. Da primato anche le perfomance del titolo Bialetti (+45% a 0,52 euro) e Poligrafica SF (+26%, a 6,9 euro).

E buono anche il risultato ottenuto da Iniziative Bresciane (sviluppo impianti idroelettrici) che chiude a 20 euro, + 7,2% da inizio anno.

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