Economia

L'Alfa investe 20 milioni in Sicilia

Il gruppo siderurgico delle famiglie Stabiumi-Lonati ha ultimato un piano di investimenti nella controllata catanese. «Nasce» un nuovo acciaio eco-sostenibile dopo due anni di progetto, sei settimane di intervento e venti milioni di investimento. Il sito siderurgico di Catania (l'unico rimasto in tutta l'isola) era stato acquistato una decina d'anni fa dal gruppo Alfa Acciai.
AA

Due anni di progetto, sei settimane di intervento e venti milioni di investimento. Nelle Acciaierie di Sicilia ora pulsa un cuore sempre più bresciano. Il sito siderurgico di Catania (l'unico rimasto in tutta l'isola) era stato acquistato una decina d'anni fa dal gruppo Alfa Acciai. Per fronteggiare la crisi del settore, particolarmente grave in Sicilia a causa del rallentamento degli investimenti in opere pubbliche e l'entrata di materiale estero di provenienza extracomunitaria, le famiglie Lonati e Stabiumi hanno deciso di avviare un significativo piano di investimenti, orientato principalmente all'incremento dell'efficienza produttiva ed organizzativa.
È stato dunque rivampato il forno, è stato installato il nuovo impianto di filtrazione e di abbattimento dei fumi e nel 2011 è previsto il rifacimento della colata continua e del parco rottame con l'investimento di altri 8 milioni.
Le Acciaierie di Sicilia hanno più di un aspetto in comune con lo stabilimento della Alfa Acciai di via San Polo. A partire dalla dislocazione degli impianti. «Vogliamo che funzioni come braccio operativo dell'Alfa Acciai», ha detto ieri Ettore Lonati all'inaugurazione del nuovo stabilimento.
I rottami ferrosi, esclusivamente di provenienza siciliana, e opportunatamente separati e classificati, all'inizio del processo produttivo vengono trasformati in acciaio nel forno fusorio. La colata continua produce billette di lunghezza pari a 11 metri, destinate alla laminazione in continuo. A valle del treno finitore, l'impianto dispone di complessi ed avanzati sistemi di taglio e condizionatura, sistemi di trattamento termici e di legatura che garantiscono alle barre in fasci il rispetto dei più alti standard qualitativi europei. Al fine di ampliare ulteriormente la gamma produttiva, il treno di laminazione è dotato di una seconda linea per la produzione di tondo per cemento armato in rotolo o rocchetto.
Attualmente la capacità produttiva dell'azienda è di circa 500mila tonnellate l'anno di tondo per cemento armato in barre e rotoli. La crisi della siderurgia, però, consente ora di raggiungere solo la quota delle 300mila tonnellate in dodici mesi. Circa 300 gli addetti oltre a 200 dell'indotto.
Le vendite sono concentrate in misura preponderante sul territorio siciliano, con una quota di mercato intorno al 70%. «La nostra strategia di intervento - ha spiegato l'ad di Acciaierie di Sicilia, Giuseppe Cavalli - si basava su quattro aspetti fondamentali: massima competitività, salvaguardia ambientale, innovazione dell'offerta e vicinanza al cliente».
Quattro punti distinti ma correlati che hanno portato alla costruzione di un particolare impianto di trattamento dei fumi caratterizzato da una superficie filtrante di 12mila metri quadrati e vero fiore all'occhiello dello stabilimento catanese.
Non solo, tra i risultati degli investimenti rientra il nuovo acciaio eco-sostenibile, denominato con la sigla B450CS, che assicura più elevate prestazioni in termini qualitativi ed ambientali. «Le famiglie Lonati e Stabiumi - ha dichiarato il sindaco di Brescia, Adriano Paroli, anche lui ieri a Catania - in questo modo lanciano un segnale importante per tutto il Paese». Sulla stessa lunghezza d'onda anche il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia: «Questo è un investimento importante perché viene in un momento di crisi, perché riporta l'attenzione dei mercati sull'area del Mediterraneo e che si evolve nell'ambito della compatibilità eco-sostenibile».

Erminio Bissolotti

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato