Economia

La sfida di Siccet: mettere in rete 270 macchine

L’azienda di Molinetto fa cavi speciali: 10 milioni di ricavi per il 70% all’export. Da Ingest nuovo gestionale
Siccet: Italo Dall’Armellina con i figli Ivan (a sinistra) e Walter - © www.giornaledibrescia.it
Siccet: Italo Dall’Armellina con i figli Ivan (a sinistra) e Walter - © www.giornaledibrescia.it
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Tre numeri per dare l’idea del tutto: 1.500 chilometri di cavi speciali prodotti ogni mese, 10 milioni di ricavi all’export per il 70%, 65 addetti e - oplà - 270 macchine da gestire con - altro oplà - 20 mila codici di prodotto finito.

È il quadro della Siccet di Molinetto di Mazzano, fondata 43 anni fa da Italo Dall’Armellina ed oggi condotta con i figli Walter (che si occupa della produzione) e da Ivan che segue il commerciale.

Si fa presto a dire cavi. Ma questi sono cavi speciali, ovvero non i classici e quasi ordinari «fili della corrente». No, qui sono cavi che hanno una moltitudine di applicazioni ma che hanno in comune una caratteristica: devono essere, appunto, speciali, e quindi da usare in situazione, per così dire, estreme o quasi. Cavi in grado di resistere da -200° a +1200°; cavi speciali termometrici che possono essere utilizzati da costruttori di forni (da quelli di casa, poco più, a quelli industriali) dalle aziende aeronautiche a quelle che fanno lavatrici, dalle società petrolifere alle fabbriche siderurgiche: dove serve un cavo ad alte prestazione per portare sonde che rilevino alte o basse temperature, diciamo che lì serve un cavo Siccet.

La trecciatura. Una delle fasi della lavorazione alla Siccet - © www.giornaledibrescia.it
La trecciatura. Una delle fasi della lavorazione alla Siccet - © www.giornaledibrescia.it

Fare cavi, farne di tante tipologie e dimensioni chiede spazi insospettabili. A Molinetto in via San Rocco sono 12mila mq coperti su due piani ed altri 1.500 sono in via Da Vinci ed in aggiunta ci si prepara ad ulteriori ampliamenti. Fare un cavo, e farlo tutto in casa, è una faccenda facile solo in apparenza. In realtà serve una batteria di impianti, magari singolarmente presi non complessissimi, decisamente sostenuta. Una moltitudine di macchine per intrecciare e trefolare fili e farne cavi. E praticamente tutto è fatto qui. E una volta fatti (ricordo ancora: parliamo di 1.500-1.600 chilometri di cavi al mese) bisogna immagazzinarli avendo presente i 20mila codici di prodotto finito.

È una gestione complessa. Più che sulla innovazione di prodotto (cosa non facile trattandosi di cavi), in Siccet il focus oggi si è indirizzato sulla riorganizzazione in chiave 4.0. E si è partiti da una parte cominciando ad introdurre procedure lean e quindi a installare un nuovo gestionale completo che possa tenere sotto controllo ogni processo. Con il Microsoft Dynamic 365 Business Central si è inserito anche una app della Ingest di Sarezzo («Gestione avanzamento di produzione») con interfaccia web con l’obiettivo di organizzare al meglio le risorse dell’azienda ottimizzando i carichi di lavoro e controllare in tempo reale la produzione e i tempi di consegna. I risultati, a sentire i vertici della Siccet, sono più che incoraggianti.

L’installazione del gestionale in un reparto ha consentito in un anno di risparmiare 1.500-1.600 ore/uomo. Siamo agli inizi. In due anni, il progetto è quello di connettere l’intera fabbrica, perlomeno di fare un deciso passo avanti in questa direzione. Come sempre, se vuoi arrivare devi partire...

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