Economia

La lettera di un dipendente Fin-Beton

Ecco la lettera che un dipendente della Fin Beton ha inviato al Giornale: «Licenziati con una telefonata serale».
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Sono un dipendente della Fin-Beton, e pur essendo da tempo a conoscenza della situazione disastrosa in cui versava il gruppo, posso testimoniare che nessun lavoratore ha mai mollato il campo, sottostando anche a condizioni di orario-lavoro non agevoli, e senza la corretta retribuzione per quanto riguardava i termini di pagamento.

Siamo sempre stati convinti della necessità di essere grati a chi ci dava da vivere. Ma venerdì scorso, a fine giornata, la maggior parte dei dipendenti è stata avvisata al telefono che il lunedì seguente l'azienda avrebbe cessato l'attività produttiva in tutte le sue filiali, e quindi eravamo liberi di cercare una nuova occupazione. Lascio immaginare la disperazione e lo sgomento di circa 300 dipendenti, molti alle dipendenze da decenni, allibiti da questo comportamento.

Padri di famiglia trovatisi a dover riallacciare il telefono, e voltarsi verso le tavole dove i familiari si apprestavano a cenare e, come il sottoscritto, guardare nel vuoto assoluto, cercando il modo di dare la notizia, senza farsi prendere dall'angoscia. Nessuna parola, nessuna spiegazione, come spegnere un interruttore che aveva dato energia fino a qualche attimo prima e ora il buio assoluto. La dignità umana spazzata via in un click. Voglio credere che chi lo merita sarà premiato. Lo auguro a tutti i miei colleghi che fino alla fine hanno creduto: non si disperino perchè, da qualche parte, c'è ancora qualcuno che crede in noi.

Un delusissimo padre di famiglia

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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