Integrativo Ikea, lo strappo: a Brescia 250 dipendenti coinvolti

Ancora una rottura tra Ikea Italia e le organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil sul rinnovo del contratto integrativo aziendale, scaduto dal 2019, atteso dai 7.400 dipendenti della multinazionale svedese del mobile, di cui oltre 250 lavoratori operativi nel punto vendita di Brescia.
«Dopo un nuovo tentativo messo in campo dai sindacati per riaprire il tavolo di trattativa, la direzione aziendale ha nuovamente respinto le proposte avanzate, ignorando le legittime richieste delle lavoratrici e dei lavoratori», riportano le tre sigle confederali che confermano la prosecuzione dello stato di agitazione e annunciano una nuova fase di mobilitazione, con assemblee in tutti i punti vendita per condividere le prossime iniziative. «Nonostante gli sforzi sindacali - aggiunge una nota -, la situazione delle relazioni registrano criticità al punto tale che ormai l’azienda decide e successivamente comunica senza attivare confronti finalizzati ad esaminare e a definire eventuali intese anche di materie decentrate, così come previste dal Ccnl, su organizzazione del lavoro, turni e mansioni».
I nodi
«Ikea – lamentano dal sindacato – ha continuato ad agire unilateralmente nei confronti dei propri dipendenti, adottando una serie di iniziative che non contribuiscono certo a rasserenare il clima aziendale. Emblematico – riportano – è il recente provvedimento con cui l’azienda nega l’accesso al servizio mensa ai lavoratori part-time con pause ridotte, disattendendo accordi e prassi consolidate da oltre trent’anni». Un atto che per Filcams, Fisascat e Uiltucs «disconosce il valore delle persone che ogni giorno garantiscono con la loro professionalità il successo del marchio Ikea». Le sigle di Cgil, Cisl e Uil sostengono inoltre che l’azienda abbia «respinto la proposta di portare avanti il confronto almeno sulla parte economica, riconoscendo le parziali convergenze già raggiunte su maggiorazioni domenicali e pagamento della malattia, rinviando ogni discussione in merito».
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