Economia

Industrie Saleri, l'auto elettrica conquista tre ordini da 400 milioni

Il direttore generale Matteo Cosmi: «Queste commesse sono il frutto di enormi investimenti»
A Lumezzane uno scorcio dello stabilimento delle Industrie Saleri - © www.giornaledibrescia.it
A Lumezzane uno scorcio dello stabilimento delle Industrie Saleri - © www.giornaledibrescia.it
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Si fa presto a parlare di auto elettrica. Eppure, fino a tre anni fa la frontiera dell’e-mobility pareva lontana e per qualcuno addirittura non scontata. Il mercato delle quattro ruote, invece, in poco tempo è stato trascinato in una profonda fase di cambiamento che sta costringendo tutti i suoi principali attori ad omologarsi a questa nuovo scenario.

«Nel 2020 abbiamo avviato un piano industriale che doveva portarci dalla produzione di sistemi di raffredamento per il motore alla sua gestione della temperatura - spiega il direttore generale delle Industrie Saleri Italo, Matteo Cosmi -. Forse può sembrare un passaggio banale, ma mi creda, questa operazione ha comportato una quantità enorme di investimenti». E pure una visione di lungo periodo del proprio business. Tant’è vero che, grazie alle sue «e-pumps» (pompe elettriche) alcuni giorni fa la Industrie Saleri ha annunciato l’acquisizione di tre commesse per un valore complessivo di 400 milioni di eruo.

«Questi accordi - evidenzia una nota del gruppo di Lumezzane - sono un ulteriore passo nella strategia messa in atto dal gruppo per perseguire la business mission di "accompagnare la trasformazione dell’industria dell’auto", poiché, pur arrivando a consolidmaneto della storica esperienza Saleri nella fornitoure di e-pumps per il segmento automotive, si tratta di tre ordini importanti che rafforzano l’esposizione del portafoglio Saleri sui veicoli Bev (Battery electric vehicle)».

Il punto

Va detto, che in una delle sue ultime uscite del 2022, parlando appunto dell’evoluzione del mercato dei componenti per auto, Matteo Cosmi aveva ammesso: «Nelle auto tradizionali basta uno dei nostri prodotti, mentre in quelle elettriche possono servirne anche tre o quattro. E se per il momento il 37% dei ricavi per noi deriva dalle nuove motorizzazioni, nel 2027 pensiamo di arrivare all’80% con una contestuale crescita della forza lavoro».

Oltre alla tecnologia e al know-how intriso nelle pompe elettriche del gruppo bresciano, vi è però un altro elemento, che ha permesso alla Saleri di guadagnare nuove quote di mercato. «Queste ultime tre commesse sono su scala globale - rivela Cosmi -: sostanzialmente vi è un unico cliente, ma la fornitura avviene su tre plant». In parole ancora più semplici, la Saleri si è aggiudicata queste tre commesse perché nel 2025 sarà in grado di produrre lo stesso prodotto in tre diversi continenti (Europa, America e Asia), riducendo così i rischi legati alla logistica, evitando in alcuni casi le barriere protezionistiche e, nello stesso tempo, consolidando la sua piattaforma produttiva a livello mondiale con una struttura flessibile e orientata all’innovazione di prodotto.

Ora, dunque, è diventa più semplice comprendere la ratio degli investimenti effettuati dalla società bresciana negli ultimi anni, con l’apertura di uno stabilimento in Messico e in India (a cui si aggiungono il quartiere generale di Lumezzane e il sito in Cina). «Questo traguardo è la conferma che il cambiamento introdotto a partire dal 2020 si rivolge alla prospettiva giusta - concorda il presidente Basilio Saleri -. Coronamento di un percorso nel quale Saleri ha saputo innovare, oltre che la propria offerta di prodotto - che dai singoli componenti si sposta ora verso tutto il sistema di gestione della temperatura per la nuova mobilità - anche il proprio business model, passando da azienda manifatturiera a gruppo internazionale in grado di offrire soluzioni tecnologiche al nuovo mercato dell’elettrificazione, che ci considera partner di riferimento per lo sviluppo e la transizione elettrica. Nel 2022 - chiude l’imprenditore bresciano - il Gruppo Saleri ha celebrato l’80° anniversario di attività: questi ordini sono una nuova conferma della nostra resilienza, temprata da successi e avversità, e del nostro cambiamento, passato attraverso un percorso di managerializzazione e dalla ridefinizione della nostra strategia».

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