Economia

In frigo o in forno: la pizza ha un nuovo (metal) box

Si chiama Michelangelo il contenitore per la pizza che si può usare in forno o in frigo: è stato brevettato da una famiglia di Ospitaletto
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Ci sono storie d’impresa che hanno il sapore di «casa» e, a volte, anche le piccole start up che sognano in grande nascono nella cucina di un paese di provincia. Perché un bambino di otto anni ha una passione incredibile per la margherita.

Il metal box «Michelangelo» ha una storia così: è il rivoluzionario contenitore per la pizza in alluminio, è salubre, mantiene bene il calore, può essere usato in forno per scaldare la pizza e anche per conservarla in frigo. Non sporca, perché impedisce la fuoriuscita di liquidi, è leggero, ed è riciclabile al cento per cento.

L’idea originaria ha infatti almeno quindici anni ed è farina del sacco di papà Riccardo, mentre il prodotto vero e proprio, che entro la metà di giugno arriverà in moltissime pizzerie italiane, nasce grazie ai figli Angelo e Michela. I due giovanissimi fratelli - hanno 23 e 19 anni - sono infatti i titolari della società di Ospitaletto che ha depositato il brevetto mondiale del contenitore in metallo.

«Quando Angelo aveva circa otto anni - racconta Zorzi senior - mangiava solo pizza e io detestavo ordinarla nel cartone. Era brutta da vedere e il sapore originario risultava spesso alterato. Così ho iniziato a pensare che avrei voluto vedere la pizza servita in uno di quei contenitori per biscotti in metallo. Avete presente le scatole dei Butter Cookies danesi? Ecco». 

Gli anni passano e Angelo diventa grande, al punto da chiedere al papà di tirare fuori dal cassetto quel progetto e di condividere con lui e la sorella Michela la nuova avventura imprenditoriale. «Gli studi scientifici sui rischi per la salute legati al cartone ci hanno confermato che i tempi erano maturi e a fine 2015 - raccontano - abbiamo deciso di far sviluppare il progetto in 3D e poi di procedere alla costruzione del prototipo. Ovviamente depositando la domanda di brevetto. Ci sono volute un sacco di pizze e molto tempo per arrivare al primo modello effettivo». La latta viene scartata presto per lasciare spazio all’alluminio e dopo alcune prove di stampa ecco finalmente «Michelangelo».

 

 

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