Economia

Impennata delle aste immobiliari: battuti 1.604 pezzi in quattro mesi

Per numero di procedure la nostra provincia è al nono posto nella classifica nazionale
In crescita le aste immobiliari a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
In crescita le aste immobiliari a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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La nostra provincia si piazza al nono posto della classifica nazionale e al terzo di quella lombarda per numero di immobili venduti attraverso le aste giudiziarie tra gennaio e aprile 2022. A dirlo è la classifica stilata da Cherry Brick (acronimo di Bright RealEstate Investment Credit KnowHow), l’innovativo servizio che monitora le opportunità di investimento tra gli immobili all’asta, sviluppato da Cherry, startup fintech che fornisce soluzione tecnologiche al mondo del credito.

Stando ai numeri, Brescia ha visto 1.604 aste realizzate nei primi 4 mesi dell'anno, pari all’1,55% del totale. Il Tribunale di Brescia, dunque, risulta al terzo posto dopo quello di Milano (2.115) e Bergamo (1.618) mentre a livello nazionale occupa la nona posizione appunto, alle spalle di Milano e Roma (2.097), seguiti da Catania, Bergamo, Cagliari, Ancona, Perugia, Velletri, Brescia appunto e Macerata: complessivamente, questi dieci tribunali hanno seguito più del 20% delle aste svoltesi nel Paese.

Il quadro. In questi primi mesi dell’anno le aste sono volate un po' ovunque: in Italia sono stati venduti quasi 69.000 immobili tramite asta giudiziaria, oltre il 13% in più dello stesso periodo del 2021, per un valore complessivo dell’offerta minima di partenza pari a 11,5 miliardi di euro. I lotti messi all’asta fanno riferimento, per quasi il 58%, a immobili di tipo residenziale e per circa il 19% commerciale, mentre il 3% appartiene alla tipologia industriale e il restante 20% ad altra categoria.

La Lombardia è la regione italiana in cui è concentrato il 14% degli immobili (9.640) seguita da Sicilia (7.923) e Lazio (7.136). A livello macro-territoriale, invece, il 26% è localizzato in Centro Italia, il 22% nel Nord Ovest e nel Sud, il 17% nelle Isole e il 13% nel Nord Est. La base d’asta media delle vendite svoltesi nel primo quadrimestre del 2022 ammonta a 166.000 euro. Per gli immobili residenziali, in particolare, il valore è pari a 141.000 euro, a 173.000 per gli immobili commerciali, 636.000 per gli immobili industriali e 638.000 per gli impianti sportivi. Il Lazio è la regione in cui sono localizzati i lotti il cui valore minimo all’asta è stato mediamente più alto (277.000 euro).

«L’impennata delle vendite cui stiamo assistendo, soprattutto per il residenziale, è da ricondursi in buona parte al blocco alle aste sulle prime case varato durante la pandemia», spiegano gli addetti ai lavori, dal notaio Camilla Barzellotti, neo presidente di Anpe, all’avvocato Marta Mistè, ad di S-Mart, società specializzata in servizi nell’ambito delle procedure esecutive e concorsuali.

«Ora stiamo vivendo sulla scia del blocco durato sino all’estate del ’21, ma senza dubbio possiamo parlare di un momento di grande vivacità del mercato immobiliare, testimoniato anche dal fatto che prima si vendeva quasi sempre in terza o quarta convocazione, ora capita anche in prima», aggiunge Mistè, mentre Barzellotti indugia anche su un ampliamento della platea di coloro che si affacciano a questo mercato: «Come notariato - dice - stiamo assistendo ad un ritorno delle famiglie e dei giovani che si avvicinano al mondo delle aste per acquistare la loro prima casa, ragion per cui ci stiamo concentrando anche sugli aspetti informativi, come testimoniato dalla guida che come consiglio nazionale abbiamo realizzato con le associazioni dei consumatori».

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