Il mercato del lavoro di Brescia frena: -19% avviamenti a fine 2022
Strano anno, per il mercato del lavoro bresciano, questo 2022 che si è appena chiuso. Dopo un primo semestre in cui è continuata la fase di effervescenza, apertasi con la fine della fase acuta della pandemia, e il terzo trimestre in flessione, i dati appena pubblicati dalla Provincia di Brescia relativi al quarto trimestre confermano il netto rallentamento.
Nel 4° trimestre 2022 le pratiche di avviamento al lavoro sono state 43.017, 10mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2021, pari al -19,3%. Una flessione consistente che si legge anche considerando il dato relativo alle persone avviate al lavoro nel trimestre: 39.538 del periodo ottobre-dicembre 2022 a fronte delle 47.888 nel 2021, con un saldo negativo di 8.350 persone, pari al - 17,4%.
La flessione degli avviamenti al lavoro interessa tutti i settori di attività economica, con la sola esclusione dell'agricoltura (+22 pratiche). Diminuiscono gli avviamento nelle attività industriali ( -3.411, pari al -25,4%), nelle costruzioni (-1.565, -28,7%) come nel complesso delle attività del commercio e dei servizi (-5.348, pari al -16,1%).
La riduzione delle pratiche di avviamento al lavoro, nel confronto tra i trimestri, interessa tutte le tipologie contrattuali, con particolare intensità nel lavoro in somministrazione (-37,6%) ma con saldi negativi anche per i contratti a tempo determinato (-18,4%), indeterminato (-12,4%) e apprendistato (-6,1%). Se poi andiamo a considerare l'ammontare delle pratiche di avviamento nell'anno c'è una minima differenza tra il 2022 e il 2021, -177 pratiche, cioè -0,08%.
Avviamenti per genere e settore
Ma entrando nei dettaglio non mancano aspetti di trasformazione. A fronte di una sostanziale parità del numero delle pratiche amministrative quelle riferite alle donne aumentano di +5.213, pari al +5,7% mentre quelli riferiti agli uomini diminuiscono di 5.390 unità, pari al -4,2%. Quindi, nel 2022, rispetto al 2021 aumenta il flusso in entrata nel mercato del lavoro delle donne. Un quadro che, nella sommatoria dei quattro trimestri, risulta in sostanziale stabilità.
Ma anche nell'analisi settoriale emergono dinamiche diverse, con una flessione netta nelle costruzioni (-5.420 avviamenti, -22,3%) e meno rilevante nelle attività industriali ( -1.572, -2,7%) a fronte di un incremento significativo nelle attività del commercio e dei servizi (+6.663. +5,3%) e modesto nelle attività dell'agricoltura (+86, +0,8%).
Le tipologie di contratti
Dinamiche diverse anche considerando le modalità di lavoro, con una riduzione nel 2022 dei contratti a tempo pieno (-3.377, -2,1%) compensata da un incremento di quelli a tempo parziale (+3.200, +5,7%). Altra forma di precarietà mascherata. A cui si aggiunge quella insita nelle diverse tipologie contrattuali con cui si definiscono le pratiche di avviamento al lavoro. Di gran lunga prevalenti gli avviamenti al lavoro a tempo determinato: 129.428, il 59,4 % del totale, in aumento del +2,2% sul 2021. Ben inferiore l'ammontare annuo degli avviamenti al lavoro a tempo indeterminato che sono stati 44.181, il 20,3% del totale, in aumento, ed è un aspetto certamente positivo, del +1,1% rispetto al 2021, come pure l'aumento degli avviamenti al lavoro con contratto di apprendistato (+514, +5,7%).
Diminuiscono nettamente nel 2022 gli avviamenti al lavoro in somministrazione (-4.072, pari al -11,3) determinando una flessione per l'insieme delle tipologie contrattuali flessibili (tempo determinato, somministrazione e contratti a progetto) che, nel 2022 interessavano comunque 164.196 pratiche oltre 3 su quattro, il 75,3% del totale. Qualcosa di meno del 75,8% del 2021. Certo. Non abbastanza per modificare un quadro di un mercato del lavoro che rimane segnato da ampie aree di precarietà. Ma il tema vero è davanti ai nostri occhi, nella realtà dei prossimi mesi tra una guerra alle porte di casa, la conseguente crisi energetica e la spirale dell' inflazione. Dopo due trimestri con segno meno c'è qualche preoccupazione per quello che ci aspetta nei prossimi mesi.
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