Economia

Il Gruppo Bonomi guarda al futuro e investe 20 milioni

I fratelli Bonomi: pronti a valutare acquisizioni 2016: ricavi a 104 milioni l’utile record a 11,6 milioni
AA

Arrivando in via Massimo Bonomi a Gussago, in un assolato mattino di luglio, il colpo d’occhio sull’ipermoderno stabilimento Rb suscita qualcosa di affascinante. Architettura moderna, telecamere ovunque, ingressi automatizzati in acciaio, mini-robot tagliaerba nei giardini: la percezione non è quella di trovarsi davanti a una fabbrica di valvole e rubinetti industriali, ma all’ingresso di un centro ricerche della Nasa.

Il gruppo guidato dai fratelli Aldo e Carlo Bonomi è campione di crescita e redditività. Ma ancora troppo piccolo per un comparto che diventa, anno dopo anno, sempre più competitivo e globalizzato.

Questo settore industriale è in forte trasformazione, con multinazionali straniere (tedesche soprattutto) che «rastrellano» quote di mercato con acquisizioni mirate. «Siamo obbligati a crescere - confidano il presidente e ad Aldo ed il vicepresidente e ad Carlo -. Lo stiamo facendo e lo faremo per linee interne, accelerando il piano investimenti e approfittando degli incentivi concessi dal Governo per il piano "Industria 4.0". Ma non solo, siamo pronti a valutare anche acquisizioni esterne se necessario».

Investimenti. Nei prossimi due anni il gruppo investirà nei tre stabilimenti bresciani (RB Gussago, Valpres Marcheno, Valbia Lumezzane) qualcosa come 20 milioni di euro. Investimenti strategici. Destinati a far fare un salto di qualità sotto il profilo dell’«automazione» al gruppo: macchinari impianti robotizzati, nuovi magazzini, un capannone in Valpres dopo quello realizzato nel 2016 a Gussago. «Siamo molto concentrati sul nostro core business, anche se recentemente abbiamo diversificato». Il riferimento è all’acquisizione (operazione da oltre 45 milioni di euro) della Mec-Gar di Gardone Valtrompia (caricatori per armi semiautomatiche) insieme alla famiglia Gnutti.

Generazioni. «Io e mio fratello Carlo siamo sereni - spiega Aldo Bonomi -. Abbiamo la consapevolezza che il gruppo avrà un futuro grazie alla terza generazione dei Bonomi». Alla presentazione dei dati di bilancio 2016 erano presenti tutti e cinque: Massimo che segue la produzione di Valpres e Valbia; Alessandra che si occupa degli acquisti di Valpres e Valbia; Mario che segue la produzione alla Rb; Marta la parte commerciale alla Rb; Monica gli acquisti alla Rb. Puntare ad un’alleanza bresciana in questo comparto? «È ancora prematuro - chiosa Aldo Bonomi -. È un passaggio delicato, che demanderemo ai nostri figli».

I numeri del 2016. Valvole e rubinetti made in Brescia, qualità tedesca. «La concorrenza straniera è fortissima - spiega Carlo Bonomi -, competiamo con grandi aziende che hanno possibilità finanziarie enormi. Ma mi creda in Germania non ci sono lavoratori bravi come i nostri. Gli italiani e soprattutto i bresciani sono grandi lavoratori, siamo molto più versatili. È il sistema Paese che poi fa la differenza».
Il prospetto aggregato del gruppo evidenzia ricavi sostanzialmente stabili nel 2016 a 104,6 milioni di euro.

La quota export rappresenta il 50% dei ricavi: «Nel 2016 abbiamo registrato cali di fatturato in Russia e negli Usa, cresce invece l’Italia», dichiarano i Bonomi. Il calo più visto è stato registrato dalla Valpres per via della crisi del settore Oil&Gas ed il venir meno di alcune commesse in Messico. 
Il margine operativo lordo è in calo a 17,4 milioni (era 18,1 milioni). In crescita l’utile netto, che compie un balzo da 9,3 milioni a 11,6 dopo ammortamenti per 4,5 milioni e imposte per 4,6 milioni di euro. Bene i primi sei mesi del 2017 con una crescita dei ricavi del 7%. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia