Economia

Il coronavirus cinese colpisce anche l'industria dell'auto

Le misure contro il contagio stanno avendo ripercussioni sull'automotive. E le aziende straniere pensano di fare rientrare i loro dipendenti
Un addetto alla sicurezza a Pechino - Foto Ansa/Epa Wu Hong © www.giornaledibrescia.it
Un addetto alla sicurezza a Pechino - Foto Ansa/Epa Wu Hong © www.giornaledibrescia.it
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La diffusione del coronavirus in Cina non sta avendo effetti pesanti solo sulle Borse, come accaduto ieri con pesanti ribassi nei mercati mondiali. Il susseguirsi di limitazioni agli spostamenti all'interno del Paese e di altri provvedimenti per cercare di limitare il contagio, tra cui la completa quarantena della città di Wuhan, 11 milioni di abitanti, sta colpendo anche tutta la filiera dell'industria automobilistica cinese.

Nella capitale della provincia di Hubei, ha infatti sede la Dongfeng Motor Corporation, il grande gruppo di proprietà del Governo cinese, che è il secondo costruttore del Paese con una produzione che supera i 4 milioni di veicoli all'anno. Oltre che con il marchio Dongfeng, il gruppo costruisce veicoli con i brand Venucia ed Aeolus e, attraverso una serie di joint venture, produce modelli Honda, Nissan, Infiniti, Peugeot, Citroen, Renault, Kia e Yulon, oltre che motori Cummins e ponti Dana. Nell'area opera con un grande stabilimento anche Saic che, attraverso la Jv con Gm, produce modelli Cadillac, Buick e Chevrolet. E vi lavorano anche il colosso della componentistica tedesco Bosch (con due stabilimenti), la francese Valeo specializzata in sistemi elettronici, l'altra francese Faurecia (tecnologie di illuminazione e sistemi di assistenza alla guida), la Tenneco e la BorgWarner, che produce principalmente componenti per veicoli ibridi ed elettrici, inclusi motori, avviatori e alternatori. 

Come riporta il sito Automotive News, oltre al blocco delle linee di fabbricazione, peraltro previsti in parte per le vacanze del Capodanno cinese, prorogate dal Governo per prevenire i contagi, l'allarme coronavirus sta spingendo le aziende occidentali a far allontanare il proprio personale da Wuhan, per il momento all'interno del Paese in località estranee al contagio. Secondo il Wall Street Journal sono circa 1.000 i cittadini americani (compresi quelli non coinvolti nel settore automotive) che risiedono nella zona, ma sono anche molti i francesi e i tedeschi pronti ad allontanarsi da Wuhan. Il magazine Autoactu riporta inoltre che Psa ha già organizzato lo spostamento di 38 suoi dipendenti in direzione di Changsha, dove resteranno in quarantena, mentre GM e Ford stanno monitorando la situazione e hanno vietato i viaggi di lavoro in Cina.

 

 

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