IB Rubinetterie apre in India lo showroom N.1

«Benissimo». Prego? «Benissimo». Era da un po’ di tempo che non sentivo questa sonorità: benissimo. Alla domanda classica e scontata del primo impatto con le aziende, ben che vada di questi tempi la risposta era (anche questa classica e scontata): ha una domanda di riserva? E invece alla IB Rubinetterie di Sarezzo la ribadiscono: benissimo.
No, non siamo in presenza di un colosso. IB Rubinetterie metterà a segno quest’anno un 10 milioni di euro di fatturato. Cifra non disprezzabile, intendiamoci, ma d’assoluto rilievo per il settore e soprattutto quasi anomala se si considera che, rispetto all’anno prima, l’incremento è di un bel 10%. Aumento che si segnalerebbe comunque in qualsivoglia settore, considerando la fiacca generale, e che quindi vale doppio se si considera che l’edilizia è praticamente ferma.
Certo, e qui c’è una prima spiegazione alla crescita: l’82% del fatturato va all’estero. Storia comune in Italia per chi vuol crescere: chiuso il mercato interno si insiste e si sondano nuovi clienti fuori frontiera.
E all’estero, come racconta Andrea Bregoli che guida l’azienda con il fratello Davide, il padre Elio e la mamma Antonella, all’estero, si diceva, la IB ha trovato una nicchia particolarmente interessante in India, Paese che venera l’acqua, Paese in forte crescita, con nuove classi affluenti in grado di pagare i rubinetti di design della IB.
A Mumbai si è fatta una società con un partner indiano, si sono assunte quattro persone, si è aperta una sala mostra da 120 metri quadri in un centro che ospita molte griffe del made in Italy e dove si presentano i prodotti invitando progettisti e costruttori.
E qui si svela la doppia idea di fondo che farà da riferimento allo sviluppo prossimo venturo: puntare sul marchio e conquistare il contract, ovvero il mercato dei grandi progetti (alberghi, resort, discoteche, grandi complessi immobiliari) che inevitabilmente passa, per l’appunto, dai progettisti. E poi - ripete ossessivo Andrea Bregoli: marchio-marchio-marchio, l’identità aziendale e del prodotto in grado di distinguerti sul mercato.
Ovviamente per diventare un "marchio" serve anzitutto il prodotto (la qualità industriale), il design (e IB ha in scuderia alcuni grandi nomi di progettisti) e il marketing fatto di rete commerciale e promozione. Su Channel Five di Londra, ad esempio, IB collabora con Kelly Hoppen, designer e conduttrice di un programma dedicato al design.
E con la Gran Bretagna i rapporti si stanno infittendo, pur restando Usa e canada i mercati di riferimento. «Ma stanno crescendo bene anche altri mercati» fra i 65 Paesi nei quali IB esporta. «Siamo sorpresi - dice Andrea Bregoli, e noi con lui - delle richieste che arrivano dall’Iran. Bene anche Australia e Cina».
In India, l’esperimento dello store sta «andando molto bene». Lo replicherete? «Ci stiamo pensando. E’ possibile un passo analogo in Brasile. Poi si vedrà. Il problema è di trovare il socio-partner giusto, qualcuno che capisca il valore che c’è dentro uno dei nostri rubinetti».
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