Economia

I lavoratori di Ubi Banca: «No alle esternalizzazioni»

La protesta unitaria dei bancari questa mattina davanti alla sede centrale di via Cefalonia
La manifestazione davanti alla sede di Ubi Banca
La manifestazione davanti alla sede di Ubi Banca
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Manifestazione unitaria dei bancari del gruppo Ubi questa mattina davanti alla sede di via Cefalonia.
Sul piatto c’è la determinazione di Ubi nel proseguire con il percorso di esternalizzazione di lavorazioni (e lavoratori) dalla società consortile del gruppo Ubi Sistemi e Servizi verso aziende che non applicano il contratto dei bancari. E con numeri non da poco: si parla di quasi 200 lavoratori, tra dipendenti e distaccati da Ubi Banca.

Una scelta sulla quale i sindacati (Fabi - First Cisl - Fisac Cgil - Uilca - Unisin) hanno più volte espresso la propria contrarietà, ribadendo la necessità di ulteriori approfondimenti dei profili di legge e di CCNL dell’operazione, sia riguardo al ramo d’azienda che alle attività ricomprese nell’area contrattuale. 
Per i sindacati, infatti, l’operazione sarebbe «in contrasto con il tenore delle relazioni sindacali, tradizionalmente positivo in Ubi» e «non coerente con l’impegno assunto con precedenti intese dalle parti, volto a consentire che la gestione dei processi di riduzione di organico previsti dal piano avvenga mediante soluzioni interne al Gruppo».

Ulteriore elemento di contrarietà è rappresentato per le organizzazioni sindacali dalla tempistica scelta dall’azienda per l’invio delle informative, pervenute alla vigilia della prossima sospensione dei lavori e durante la trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale. Ora, ad un mese e mezzo di distanza dall’incontro con i vertici del gruppo, hanno chiamato dunque a raccolta i lavoratori, ribadendo di ritenere la decisione unilaterale di Ubi «un vero e proprio attacco all’area contrattuale». 

 

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