Hig spa: la «piccola Hopa» arrivata al capolinea

L'idea originaria è di un ex dirigente bancario con una consolidata esperienza nella consulenza finanziaria, Roberto Reboni. È lui che progetta a Brescia, all'inizio del 2000, la creazione di una holding di investimento e partecipazioni finanziarie, di cui l'imprenditore tessile Vincenzo Franzoni e quello televisivo Giorgio Corbelli sono soci promotori.
Nasce così la Hig spa - Holding Investimenti Gestioni e inizia una storia economica bresciana che ha lasciato un segno nello scorso decennio e che si è (forse) conclusa il 18 dicembre scorso, quando il Tribunale di Brescia ha dichiarato il fallimento della società.
Hig viene fondata ufficialmente nell'aprile del 2000 e, fin dall'inizio, si propone come una «piccola Hopa», ossia come una seconda merchant bank bresciana - dopo quella fondata da Emilio Gnutti -, una finanziaria di investimento che appoggia soprattutto le piccole e medie imprese. Fa parte della partita fin dall'inizio, oltre a Corbelli (proprietario di Telemarket) e a Franzoni (il titolare dell'omonima impresa cotoniera di Esine), anche l'imprenditrice bresciana Germana Congiu (a capo prima della Brixia, scarponi da sci, e poi della Htm, attrezzature sportive).
L'ideatore Reboni (presidente di Re.Consult, società di consulenza finanziaria) diviene amministratore delegato, mentre la presidenza della società è affidata a Ezio Tavasso, che rappresenta Corbelli in consiglio ed è condirettore di Telemarket.
Nel 2001 i soci di Hig hanno già superato quota sessanta. Tra essi ci sono nomi noti dell'imprenditoria bresciana, come Aldo Artioli (della Aso Siderurgica di Ospitaletto), Carlo Migliorati (Lones di Calvisano) e Aldo Pasotti (dell'omonimo gruppo industriale di Prevalle e Sabbio Chiese). La Re.Consult viene acquisita interamente da Hig e si occupa di finanza d'impresa, mentre la controllata Sim Ig è dedicata all'intermediazione mobiliare.
Nel 2002 Ezio Tavasso viene sostituito alla presidenza da Germana Congiu, nasce Springest (società di intermediazione mobiliare), mentre l'anno seguente Hig costituisce la Bei (Bresciana edilizia immobiliare).
Successivamente la holding è sempre più attiva sul panorama finanziario, bresciano e non. Nel cda entrano anche il commercialista Leonardo Cossu e l'imprenditore Fabio Astori, di Luxor e Cromoplastica. Nel 2004 diventa presidente Andrea Bonetti, ex europarlamentare e numero uno di Confartigianato. Le partecipazioni, a quota 7,5 milioni nel 2002, salgono a 16 milioni nel 2006, quando Hig è presente anche in Bagolino Dosso Alto (acque minerali a marchio Maniva), Giada (campi da golf), Infracom (società che fa parte del gruppo di Rino Gambari, sempre più presente nella holding), Soluzione Casa e Keller (azienda siciliana produttrice di carrozze ferroviarie).
A metà anni Duemila tra i maggiori soci vi sono anche la Banca popolare di Intra e il gruppo Pe (legnami).
Nel 2007 la holding si spinge fino ad annunciare un'offerta (che non viene poi formalizzata) per ottenere la concessione dell'aeroporto D'Annunzio (poi acquisita dalla veronese Catullo). E nel 2008 la Keller viene interamente acquisita. Proprio questo passaggio, tuttavia, rappresenta l'inizio della fine: nonostante i progetti di crescita ambiziosi e i ripetuti aumenti di capitale, Hig deve fare i conti con la crisi e con alcune partecipazioni che diventano fonte di debito. Nel 2010 la Keller, che chiuderà l'anno seguente, apre la mobilità per 220 addetti. E all'inizio del 2011 i soci decidono di sciogliere e liquidare la Hig (liquidatore è il commercialista milanese Ferruccio Amenta).
Il resto è cronaca recente: Hig presenta un concordato preventivo, ma il Tribunale lo rigetta e, poco prima dello scorso Natale, viene dichiarato il fallimento. Giorgio Rizzardi è nominato curatore, mentre l'udienza per l'esame dello stato passivo è fissata per il 21 marzo.
Non è stato ancora reso noto l'ammontare del passivo della holding bresciana (trasferita a Milano in fase di liquidazione), ma sarebbero presenti debiti per più di 5 milioni con il principale creditore, la Banca Valsabbina.
Hig intende presentare ricorso in appello contro la sentenza di fallimento. Secondo il liquidatore, infatti, la società vanta crediti superiori all'esposizione debitoria.
Finirà comunque in un'aula di tribunale una piccola storia economica e finanziaria bresciana, a tratti gloriosa.
Guido Lombardi
g.lombardi@giornaledibrescia.it
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