Economia

Gli artigiani lavorano 216 giorni l’anno per pagare le tasse

Secondo lo studio Cna nella nostra provincia il «tax free day» quest’anno scende al 3 agosto
Fisco e tasse (simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
Fisco e tasse (simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
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Duecentosedici giorni per pagare le tasse e solo 149 per guadagnare per sé, la propria famiglia e azienda in un anno. Nel 2019 agli artigiani e ai piccoli e medi imprenditori bresciani è andata meglio che in passato, ma la sproporzione tra l’impegno necessario per assolvere a tutti i balzelli del fisco e quello personale è ancora troppo ampio. Al punto che il «Tax free day», ovvero il primo giorno «senza tasse» per i bresciani è stato il 3 agosto. Il fisco quest’anno si prenderà in tutto il 59,2% del reddito d’impresa (il Total tax rate) delle pmi artigiane di Brescia.

Rispetto agli ultimi anni è andata meglio: nel 2018 il Tax free day è stato il 9 agosto, nel 2017 l’8 e nel 2016 il 7, sempre in crescendo, mentre il Total tax rate è calato di un punto e mezzo percentuale rispetto al 2018 (nel 2017 era al 60,5% e al 60,02 nel 2016). Ad affermarlo è il rapporto 2019 «Comune che vai fisco che trovi» dell’Osservatorio permanente della tassazione sulla piccola impresa in Italia di Cna, presentato a Roma, nel quale è analizzato il peso fiscale che le pmi portano sulle proprie spalle in 141 comuni.

Brescia si colloca a metà classifica, al settantesimo posto, in lieve miglioramento rispetto al 2018, quando era al 72esimo, e in linea col 2017. È un poco sopra la media nazionale, che si assesta al 5 agosto per il Tax free day e al 59,7% per il Total tax rate. Al primo posto in Italia c’è Bolzano, con il Tax free day l’11 luglio e un Total tax rate del 53% (seguito da Gorizia il 12 luglio e il 53,1%), mentre all’ultimo c’è Reggio Calabria con l’11 settembre e il 69,8% (preceduta da Bologna il 7 settembre e il 68,7%).

L’imposizione fiscale, quest’anno, arretra grazie in particolare all’innalzamento al 50% della deducibilità Imu sugli immobili strumentali, introdotta dalla Legge di Bilancio 2019. Un risultato che Cna rivendica come proprio, avendone fatto un cavallo di battaglia nel corso dei mesi passati. «L’aliquota fiscale totale media sui profitti delle piccole imprese torna quasi ai livelli del 2011 - dichiara Eleonora Rigotti, presidente di Cna Brescia - ma ora bisogna far ripartire l’Italia, lasciandoci alle spalle gli interventi in emergenza e scoordinati e costruendo un progetto di sviluppo del Paese con obiettivi chiari. Basta a un Paese bloccato e senza vigore, a ostacoli, vincoli e oneri burocratici, costi del lavoro e dell’energia e difficile accesso al credito».

Il fisco resta l’aspetto più sentito e sofferto dagli imprenditori, per questo per Cna Brescia molto resta ancora da fare. Perché la pressione in Italia è ancora troppo elevata e serve agire prima di tutto per semplificare un sistema parecchio complesso.

«Bisogna insistere su riduzione e alleggerimento fiscale per chi continua a produrre - aggiunge Rigotti -: andare oltre la metà dell’anno solo per pagare imposte e tasse è inaccettabile in un paese civile. È necessario intervenire sul cuneo del lavoro, senza accettare il salario minimo e senza sminuire la contrattazione aziendale, inserendo la flat tax e il regionalismo differenziato. La burocrazia continua a svilire chi ogni giorno fa impresa onestamente: è stata un’estate difficile per le pmi e siamo preoccupati, per questo chiediamo al nuovo Governo di investire in politiche per lo sviluppo, infrastrutture, edilizia, digitale e internazionalizzazione».

 

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