Economia

Giovane avvocata e donna del vino bio: la sfida di Eleonora Bianchi

La 26enne guida la cantina Terre d’Aenòr di Provaglio. «Siamo partiti nel 2018 a regime 300mila bottiglie»
Eleonora Bianchi -  © www.giornaledibrescia.it
Eleonora Bianchi - © www.giornaledibrescia.it
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Il punto di forza è una filosofia bio pura al 100%, applicata sia in vigna sia in cantina nella fase di vinificazione. Poi la qualità del prodotto, la cura per il packaging e lo spirito innovativo. Un altro plus, che rende Terre d’Aenòr, nuova azienda vinicola in Franciacorta (con sede a Provaglio d’Iseo, nella storica dimora di Palazzo Bianchi) un «caso» nel panorama di settore della provincia bresciana, è che al timone troviamo la giovanissima Eleonora Bianchi, 26 anni, una laurea in Giurisprudenza ed un grande entusiasmo nell’affrontare quella che lei stessa ritiene una «grande sfida».

Il progetto

«Ho messo da parte il mio sogno di una carriera forense - racconta - perché sono entrata in questo progetto che porta il mio nome. Essere una giovane imprenditrice e presentarsi in un mercato così affollato, all’interno del metodo classico con cui ci confrontiamo, non avendo un background specifico, non è - ammette - così scontato». Se Terre d’Aenòr, fondata nel 2018, può considerarsi ancora una startup, in realtà il percorso imprenditoriale che ne sorregge la realizzazione è di lungo corso. Eleonora appartiene infatti ad una famiglia di imprenditori e la cantina «nasce sull’onda della passione di mio padre per i vigneti e la Franciacorta».

A Provaglio d’Iseo Terre d’Aenòr -  © www.giornaledibrescia.it
A Provaglio d’Iseo Terre d’Aenòr - © www.giornaledibrescia.it

Biologico

L’azienda propone un vino che abbraccia il concept del biologico nel rispetto dell’ambiente e del consumatore. La lavorazione prevede processi produttivi che non contemplano l’utilizzo di sostanze chimiche e le uve vengono colte nel momento più opportuno della loro maturazione, con l’obiettivo di valorizzarne il potenziale aromatico e sfruttare appieno le proprietà organolettiche del terreno. Le etichette di Terre d’Aenòr scaturiscono del resto in Franciacorta, su una superficie di 42 ettari di vitigni di Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero nelle colline moreniche, dove la fertilità della terra è il risultato della felice combinazione di glaciazioni e stratificazioni di calcari, con una compresenza di ghiaia, sabbia, argilla e selci. «Utilizziamo - spiega la titolare - trattamenti fito sanitari biologici improntati alla massima naturalità. In cantina possiamo contare su uve integre e allo stato ottimale. Nei nostri vini ci sono bassissimi dosaggi di anidride solforosa, il che li rende ancora più espressione del territorio».

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La svolta

Il salto di qualità per Terre d’Aenòr è avvenuto «quando abbiamo deciso di non vendere più uva ad altri, ma di vinificare noi stessi le nostre uve». Scelte che hanno premiato. La produzione a regime sarà sulle 300mila bottiglie l’anno, in netta crescita rispetto alle 120mila bottiglie del 2021. Il mercato di riferimento è, esclusivamente, l’horeca di target medio-alto, senza alcun passaggio sulla Gdo. L’anno corrente sarà il primo, da un punto di vista finanziario, in cui avere contezza del fatturato aziendale, al netto degli strascichi della pandemia, che ha comportato restrizioni e ritardi.

Ad inizio 2022 è iniziata anche la costruzione di una rete di vendita, per ora concentrata su coperture in ogni provincia a livello nazionale, ed in prospettiva proiettata anche verso l’estero. E c’è anche in cantiere l’inaugurazione di una nuova sede a Provaglio d’Iseo. «Il nostro - sottolinea Eleonora - è un progetto giovane ma non improvvisato, che può contare sulla solidità degli investimenti e su un team composto da persone giovani e competenti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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