Economia

Ghirardini rilancia Bresciadolci e mette gli occhi su Melegatti

Presentata alcuni giorni fa la formale manifestazione d’interesse per la famosa azienda dei pandori
La Melegatti © www.giornaledibrescia.it
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Per Franco Ghirardini non dev’essere semplicemente un biscotto, bensì una delizia che sazia la fame, appaga il gusto e «scalda il cuore». Per questo motivo, e con l’intento di rilanciare lo storico marchio Bresciadolci, Ghirardini sta per lanciare sul mercato il «Buon frollino del mattino», rigorosamente in confenzioni da due chilogrammi: come se l’abbondanza rientrasse in quel concetto di tradizione, caro all’imprenditore bresciano. «Sono stufo di mangiare cose avvelenate da conservanti» commenta Ghirardini. Non solo i biscotti, anche i croissant e gli altri prodotti con il marchio «I buoni di Bresciadolci» saranno prodotti da artigiani. «Dobbiamo riportare sul mercato i sapori e la genuinità di un tempo» conferma il bresciano, riconoscendo che la conservazione a lungo tempo delle sue prelibatezze esigerà comunque una minima dose di attivi.

Il bresciano. Franco Ghirardini, presidente dell’omonimo gruppo
Il bresciano. Franco Ghirardini, presidente dell’omonimo gruppo

Franco Ghirardini è a capo dell’omonimo gruppo che ha sede legale in Corso Sempione, a Milano, ma che ha il suo quartier generale in via Randaccio, a Brescia. Un gruppo che alcuni anni fa è stato protagonista del rilancio dell’Elisir San Marzano Borsci, ma che in seguito a una spinosa vicenda giudiziaria è stato costretto a cedere al gruppo Caffo. Ghirardini quindi si è rifatto con Bresciadolci, rilevandone il marchio dal fallimento, che tra poco probabilmente troveremo sugli scaffali di molti punti vendita bresciani. «Applicheremo una ricetta della tradizione adeguata a un consumatore sano» precisa il nostro. E cercando di incrociare lo sguardo della moglie Daniela, sempre al suo fianco, aggiunge: «Lanceremo un centinaio di prodotti diversi per sondare il mercato, per capire meglio le preferenze della nostra clientela e, inevitabilmente, per migliorare la nostra produzione».

Un ambizioso progetto che Ghirardini sta elaborando e calibrando almeno da un paio di anni. Ma non l’unico. «Entro il 15 giugno - ammette il patron del gruppo bresciano - abbiamo presentato ai curatori della Melegatti, quella del famoso pandoro, recentemente finita nel registro dei fallimenti del Tribunale di Verona, la nostra formale manifestazione d’interesse».

Ora i due professionisti valuteranno le diverse proposte giunte sul loro tavolo, dopodiché inviteranno gli «interessati» ad avanzare un’offerta concreta. «Il nostro piano - chiude Ghirardini - è quello di rilevare tutto il complesso produttivo».

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