Economia

Germani cresce e rafforza la flotta con 200 nuovi camion

Il presidente Ferrari: «Rimane la carenza di autisti». Da lunedì al via i lavori della nuova sede
I nuovi camion della Germani parcheggiati a San Zeno - © www.giornaledibrescia.it
I nuovi camion della Germani parcheggiati a San Zeno - © www.giornaledibrescia.it
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Inutile chiedergli un resoconto delle vacanze: anche quest’estate Mauro Ferrari non si è concesso una pausa dal lavoro. La settimana di Ferragosto racconta di averla passata visitando i cantieri di Webuild nel Sud Italia: da Brescia ha raggiunto Napoli in auto, da lì si è spostato in Puglia («sempre al volante della mia auto», ca va sans dire) e poi si è trasferito sulla costa Jonica della Calabria, attraversando la Basilicata. Infine, prima di tornare a San Zeno, ha fatto una tappa in Sicilia.

Ferrari pare tutt’altro che affaticato da questo suo tour delle maxi opere, con oltre un migliaio di chilometri percorsi: «Ho la sensazione - dice - che l’opinione pubblica stia sottovalutando la rivoluzione in atto - ammette, contenendo l’entusiasmo -: quei lavori avranno un impatto notevole sul futuro del Paese. Ed è per me motivo d’orgoglio, con la Germani, essere tra i partner scelti da Webuild per portare a termine questi importanti progetti».

Sono tre i grandi cantieri a cui fa riferimento l’imprenditore: la linea dell’alta velocità Napoli-Bari (parte del corridoio Scandinavo-Mediterraneo); il terzo megalotto della statale Jonica, che collegherà i tre mari del Sud e i corridoi autostradali e dell’alta velocità in Sicilia: 8 progetti che uniranno Messina a Ragusa e Catania a Palermo.

«Dall’esperienza dello smaltimento della Costa Concordia, così come da quelle della ricostruzione del ponte di Genova e della bonifica dell’ex area Falk di Sesto San Giovanni ci siamo guadagnati l’accredito per altre importanti opere infrastrutturali come quelle di Webuild, dove oggi abbiamo impegnati circa 200 mezzi al giorno».

Le commesse

A dirla tutta, alcune centinaia di camion con la cabina blu della Germani sono quotidianamente in viaggio (e ormai riconoscibili) su tutto il territorio italiano. «Collaboriamo con Cepav per la linea dell’alta velocità Brescia-Verona e Verona-Padova - continua il bresciano -; con il Consorzio Cociv per la linea av Genova-Torino, con Eni Rewind per le attività nel Centro Italia. E poi con Saipem, Pizzarotti, Amplia e Ama Roma ...».

Ferrari sciorina l’elenco dei lavori acquisiti, cercando con lo sguardo il relativo fascicolo ben ordinato sulla sua enorme scrivania. Solo così si accorge di essersi dimenticato della recente commessa da 30 milioni di euro presa da Eni per la distribuzione dei carburanti in tutta le stazioni della Lombardia. «Peraltro - svela - con questa operazione rafforziamo anche il nostro impegno per l’ambiente, visto che la nostra flotta viaggerà con biodiesel Eni Hvo». In altre parole, i suoi tir saranno alimentati con biocarburante prodotto da materie prime di scarto, residui vegetali e da oli generati da colture non in competizione con la filiera alimentare.

In strada

«In azienda stiamo perseguendo un modello di business che cerca di essere sempre più sostenibile - commenta Ferrari -. Non a caso vantiamo una delle flotte di mezzi più giovani del Paese, con un’età media di soli venti mesi».

A pochi metri dal quartier generale di San Zeno, la Germani ha una «piattaforma» su cui nel fine settimana si schierano a lisca di pesce, in un assetto rigoroso ed evidentemente funzionale alla causa, oltre duecento motrici con rimorchio. Ferrari, seduto alla scrivania, con un colpo di bacino ruota la poltrona di novanta gradi alla sua destra e lancia uno sguardo all’orizzonte come se volesse ammirarla ancora una volta da lontano.

Da sinistra Eleuterio Arcese (91 anni) con Mauro Ferrari
Da sinistra Eleuterio Arcese (91 anni) con Mauro Ferrari

Poi rivela: «Poco più in là, anche se da qui si fa fatica a vedere, c’è il primo deposito della Germani, da dove tutto iniziò grazie a mio papà Faustino (oggi ricorre un anno dalla sua scomparsa, ndr) e dove sono parcheggiati i nuovi camion che abbiamo acquistato da Mercedes Benz ...».

A quel punto l’imprenditore si alza di scatto, prende le chiavi, sale in auto (una Fiat 500 elettrica di colore azzurrino) e noi con lui. Nel breve tragitto confessa che l’operazione con la casa tedesca è stata chiusa nella seconda parte dello scorso anno e riguarda «l’acquisizione di ben duecento nuovi camion: 40 veicoli sono destinati al cambio dell’attuale flotta - chiarisce - e gli altri 160 mezzi saranno invece aggiunti alla flotta, che così entro fine anno sarà composta da 600 autocarri di proprietà».

Assunzioni

La visita ai nuovi «bolidi» della Germani dura pochi minuti e nel viaggio di ritorno in sede, il presidente fa una riflessione: «Da inizio anno abbiamo incrementato il nostro organico, siamo passati da 460 a 536 dipendenti: 480 di loro sono autisti, di cui il 38% stranieri. Solo così siamo riusciti a rafforzare la nostra presenza su tutto il territorio nazionale, garantendo un servizio capillare ed efficiente. Eppure rimane una grave carenza di autisti, mi creda ...».

Pur ripreso posto alla scrivania, Ferrari non riesce a farsene una ragione di questa difficoltà a reperire autisti: «Lei sa che oggi in Italia l’88% delle merci viaggia su gomma? Avanti così - teme -, se a livello governativo nessuno interviene, si creeranno inevitabilmente dei disservizi per tutta la comunità. Com’è possibile che nessuno intervenga? Ritengo che questo fenomeno sia sottovalutato anche a livello governativo - puntualizza -: non si trovano autisti non solo per questioni di natura economica, ma perché mancano delle norme che supportino il loro lavoro dal punto di vista sociale, ad esempio riservandogli delle aree di sosta in autostrada».

Il quartier generale

Spazi ad hoc e una sorta di foresteria destinata ai propri dipendenti sarà costruita nella nuova sede della Germani a Poncarale, a ridosso del casello di Brescia Sud. «Lunedì 26 agosto inizieranno i lavori - non nasconde Ferrari, sempre con l’amaro in bocca per la questione della carenza di autisti -. Il cantiere sarà completato entro la primavera del 2027. La nostra nuova sede rappresenterà un passo fondamentale per consolidare la nostra presenza e migliorare ulteriormente l’efficienza operativa del gruppo Germani. Abbiamo delineato un piano di crescita nel triennio 2024-’26 - trainato dal Pnrr, fondato su investimenti importanti e che ha trovato il supporto di primari istituti credito».

Il primo semestre 2024 si è chiuso con un ulteriore aumento dei volumi del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel 2023, inoltre, il monte ricavi della Germani era salito da 110 a 150 milioni. In questo modo la società bresciana si conferma un attore di primo piano nel settore dell’autotrasporto per conto terzi. Non a caso, va ricordato, nel capitale vanta una quota (di minoranza) di un altro protagonista del comparto, qual è il gruppo Arcese. «Eleuterio Arcese e mio padre Faustino si sono sempre aiutati a vicenda - chiude con una nota malinconica Mauro Ferrari -. E io non potrei fare diversamente».

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