Gabana Holding taglia 1,5 milioni di tonnellate di Co2

La rendicontazione sociale risale alla seconda metà del Ventesimo secolo e il primo modello di bilancio non finanziario fu della tedesca Aeg, che per molti anni rimase un unicum. Nel 1977, la Francia emana la prima legge che rende obbligatorio il bilancio sociale per le imprese con più di 750 dipendenti, tetto ridotto nel 1982 a 300 mentre in Italia la strada viene aperta dal gruppo Merloni nel 1978. Dopo le prudenze iniziali, le imprese bresciane si stanno muovendo attivamente, intendendo la responsabilità sociale come rendiconto interno e come restituzione alla comunità. Anche facendo cultura.
Sempre in tema di «corporate social responsibility», recentemente, è stato presentato dalla presidente Daniela Grandi il bilancio di Marcello Gabana Holding: dossier con più capitoli che riassumiamo in alcuni numeri: il gruppo si avvale di mille fornitori, prevalentemente italiani (il 99%) e il 55% basato in Lombardia e Emilia; ha prodotto poco meno di 29.000 tonnellate di riso usando 1.257 tonnellate di imballi riciclabili; gli impianti Gedit ed Ecoplant hanno trattato 23.588 tonnellate di rifiuti, 116.840 di fanghi organici e inorganici, 5.809 tonnellate di altri materiali; 64 i dipendenti del gruppo; un consumo dell’energia elettrica rinnovabile prodotta da Ecoplant grazie al suo impianto fotovoltaico ha consentito al gruppo di evitare ogni anno l’emissione in atmosfera di 5,1 tonnellate di anidride carbonica. Il risparmio - in termini di CO2 - corrisponde a 30.241 chilometri percorsi con un’autovettura diesel di medie dimensioni (pari a 50 viaggi da Milano a Roma).
Il Food responsibility festival
Segue per certi versi la stessa ratio il «Food responsibility festival», iniziativa del settore agroalimentare di Confindustria Brescia che ha scelto di dialogare con i giovani attraverso la Fondazione Soldano «per una ragione semplice - spiega Daniela Grandi al Magazine di Teletutto, ora in veste di presidente del settore Agroalimentare di Confindustria - quella di affidare il dialogo con i giovani a chi conosce linguaggio e grammatica giovanili su un tema delicato come la responsabilità alimentare» che non sono solo eccessi e disturbi dell’alimentazione, ma anche attenzione al packaging, alla sostenibilità, all’innovazione, agli sprechi, alla chimica del cibo e al cibo come farmaco.
Fondazione Soldano, presieduta da Daniele Alberti, è il braccio operativo di un progetto che avvicinerà oltre settemila ragazzi di una quindicina di scuole superiori di città e provincia. Come? Registrando gli interventi dei testimonial (l’influencer Maruska autrice del movie Hangry Butterflies in cui spiega come si può guarire dall’anoressia, i promotori della compagnia di delivery Gorillas, la piattaforma Last minute market nata per affiancare le aziende della grande distribuzione nel recupero delle eccedenze alimentari, la Fondazione San Donato) proposti ai ragazzi e dialogando con loro. Un gruppo di imprese di Confindustria sostiene il progetto (le prime sono Grandi Riso, Acqua Castello, Monteverde, Ambrosi, Gerard e altre se ne aggiungeranno) che si concluderà a maggio con un week end sul tema.
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