Franciacorta: dopo un ottimo 2022 attenzione al cambiamento climatico

È uscito, in edicola e online, Bilanci Brescia 2022, la ricerca che la redazione Economia del GdB e l'Università degli Studi realizzano sui bilanci delle prime mille aziende bresciane per fatturato. In questo articolo vi proponiamo l'anteprima dell'analisi relativa al settore Franciacorta.
Dopo un 2021 di rilevante crescita, con i numeri migliori dell’ultimo decennio, il 2022 consolida le posizioni raggiunte, con leggero calo dei volumi nazionali e l’incremento di quelli esportati: il numero di bottiglie (equivalenti) vendute si colloca a 20,2 milioni (fonte Consorzio Franciacorta).
Le esportazioni aumentano dell’11,3% rispetto al 2021 e del 17,4% rispetto al 2019: si tratta di una tendenza di particolare rilievo, che testimonia l’importanza di questo mercato soprattutto nel futuro, anche per poter ottenere incrementi del prezzo medio di vendita (in aumento del 6,6% sul 2021), tenuto conto che il numero medio di bottiglie prodotte è una variabile non facilmente modificabile nel breve termine (forse neppure nel medio termine).
Il numero di bottiglie esportate supera ampiamente i due milioni (2,3), con la quota sul totale venduto che si assesta all’11,5%, il dato maggiore nel triennio. Il principale mercato estero, anche nel 2022, è la Svizzera, che riduce la sua quota al 20,3% del totale esportato, seguita da altri importanti Paesi: il Giappone, che risale al 13,7%; gli Stati Uniti, che si collocano al 12,1%; la Germania (10,9%) e il Belgio (5,8%).
Sotto la lente
Le imprese esaminate sono solo quelle di cui si dispone del bilancio e che possiedono ricavi superiori a un milione di euro: si tratta di una porzione ridotta, in termini di numero, delle imprese aderenti al Consorzio.I valori di bilancio mostrano il miglioramento di quasi tutti gli indicatori rispetto al precedente anno. Il fatturato continua a salire, del 6,1% nel 2022, malgrado in generale il numero di bottiglie si sia ridotto: l’evoluzione positiva caratterizza l’82,4% delle imprese, a significare lo sviluppo dell’intero territorio. Il valore aggiunto supera per la prima volta, in termini di incidenza sulle vendite, il 40%, su cui ha certamente influito il progresso del prezzo medio di vendita. L’Ebitda (margine operativo lordo) avanza ulteriormente, avvicinandosi al 28% dei ricavi (26,2% nel 2021): l’incidenza dei costi strutturali si riduce in misura contenuta, con un peso non trascurabile degli ammortamenti (6,9%).
La redditività delle vendite (Ros) beneficia della dinamica descritta e, dal 15,6% di inizio triennio, raggiunge il 20,9% (18,7% lo scorso anno). L’effetto sulla redditività operativa complessiva (Roi) è positivo ma meno evidente, con un valore del 6,5% (5,7% nel 2021). La causa della notevole differenza tra Roi e Ros risiede nella bassa rotazione del capitale investito, stabile nel tempo, connessa alle caratteristiche della combinazione economica di queste imprese: il capitale investito è 3,2 volte superiore al fatturato (3,3 lo scorso anno), con l’incidenza delle rimanenze e delle immobilizzazioni, cioè le forme di investimento più durature, pari all’81% del totale.
Nell’ambito della solidità, il rapporto di indebitamento complessivo continua a ridursi con impatto positivo sulla sostenibilità del debito: l’incidenza degli oneri finanziari sull’Ebitda scende sotto il 6%; invariato il peso degli interessi passivi sul fatturato.
Lo scenario
I dati dei primi nove mesi del 2023 (fonte Consorzio Franciacorta) presentano un calo del 5,1%, completamente attribuibile al mercato interno, con valori però ampiamente superiori a quelli pre-pandemia: la comparazione con il medesimo periodo del 2022 evidenzia che le vendite a volume nazionali si riducono del 6,5%, quelle estere aumentano del 3,4%. Aspetto da rilevare è certamente la crescita del prezzo medio di vendita, con effetto positivo sui fatturati, a conferma di quanto scritto in precedenza.
Le esportazioni raggiungono il 15,2% del totale, confermando la necessità di guardare con sempre più convinzione fuori confine. Nel futuro, quindi, oltre all’espansione internazionale che richiede supporto per le realtà più piccole, particolare attenzione va dedicata al cambiamento climatico, con effetti sulle rese e sulla qualità, con potenziale aumento sulla rischiosità che, considerata la dimensione contenuta e «fissa» del territorio, potrebbe richiedere di guardare fuori dai suoi confini per scelte di diversificazione.
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