Economia

Fonderie, nei primi tre mesi del 2024 la produzione porta il segno «meno»

Flavio Archetti
Negativo il confronto con lo stesso periodo del 2023, soprattutto per l’ambito dei ferrosi
Trend. Un settore in crescita
Trend. Un settore in crescita
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Il 2024 delle fonderie non è iniziato con il passo giusto. Secondo l’ultima analisi di Assofond, l’associazione imprenditoriale che rappresenta il maggior numero di fusori in Confindustria, i numeri rilevati tra l’1 gennaio e il 31 marzo tratteggiano un «mercato fiacco» in cui le imprese stanno «navigando a vista».

I numeri generali sono decisamente negativi se raffrontati con lo stesso periodo del 2023, considerato che il 2022 è stato l’anno del rimbalzo post-covid e ha avuto un andamento particolarmente buono per moltissimi fonditori, ma sono invece migliori se messi a confronto con il trimestre precedente, cioè il quarto del 2023.

Sotto la lente

Al capitolo produzione a scontare l’ammanco più consistente sono i getti ferrosi, in calo del 12,6% rispetto al primo trimestre 2023 e in vantaggio dell’1,3% su quello precedente (quarto 2023). Situazione meno negativa per i getti non ferrosi, stabili rispetto al primo trimestre 2023, da cui perdono solo lo 0,2%, però in decisa ripartenza rispetto a quello precedente, su cui hanno guadagnato il 17,5%.

Anche per i fatturati il confronto con il primo trimestre 2023 è molto negativo, con i ferrosi sotto del 13,9% e i non ferrosi del 6,1%. Migliore il confronto con il quarto trimestre, rispetto a cui i ferrosi scontano un gap dell’1,1% e i non ferrosi mettono a segno una buona performance in vantaggio del 6,4%, anche se in rallentamento considerato che tra quarto e terzo trimestre 2023 avevano guadagnato il 15,3%.

Il sondaggio

Come ogni trimestre, anche nel primo del 2024 Assofond ha tastato il polso alle imprese per capire come credono sarà il mercato nei prossimi sei mesi. In marzo le risposte degli imprenditori hanno rivelato un nuovo calo della fiducia sul contesto economico.

L’indice «Act» a marzo è tornato sotto la soglia dei 50 punti, raggiunta invece a febbraio, e si è attestato a 43,1, un valore che rimarca insufficienza nel sentore generale del settore. Nonostante infatti la maggioranza delle fonderie (58,6%) continui a dare un giudizio stazionario, il 31% del campione rivela di sentire un lieve peggioramento, con la conseguenza che sono in calo anche le aspettative sul prossimo semestre. L’indice «Six», riferito all’andamento nei prossimi sei mesi, scende infatti a 50 punti, quindi a un livello sufficiente ma comunque in arretramento rispetto ai due mesi precedenti, quando aveva ripreso a salire. Anche in questo caso la maggioranza delle fonderie (41,4%) ha una linea attendista, ma sono diminuite sensibilmente quelle più ottimiste.

Sono tornate a crescere le imprese che vedono un peggioramento netto da marzo all’autunno, il 3,4%, e quelle con un’aspettativa negativa ma più cauta, il 27,6%. Rispetto al trimestre precedente, l’indagine spiega che «per le imprese la crescita della produzione sarebbe dovuta sia al maggior numero di giorni lavorati, sia alla crescita della domanda rispetto a fine anno». Tra le fonderie intervistate c’è chi ha evidenziato l’ingresso di nuovi clienti e la realizzazione nuovi prodotti. Sempre nel confronto con il trimestre precedente, il rallentamento nella crescita dei fatturati sarebbe dovuto alla «riduzione del quantitativo di prodotti spediti» e alla «contrazione dei prezzi di vendita». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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