Economia

Fmi: l’Italia fanalino di coda nel G7, Pil stimato a -10,6%

Il Fondo Monetario Internazionale ha diffuso l’aggiornamento del World Economic Outlook, con le previsioni sull'economia mondiale
Una fabbrica di automobili - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una fabbrica di automobili - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Alla fine è andata meglio di quanto temuto. Il Fondo Monetario Internazionale ha diffuso l’aggiornamento autunnale del World Economic Outlook. La situazione appare migliore di quanto stimato a giugno anche se non c’è da stare allegri. La crisi è la più grave dai tempi della grande depressione con il virus che brucia 28.000 miliardi di dollari fra il 2020 e il 2025. Il Pil globale subirà una contrazione del 4,4% nel 2020, profonda, ma meno grave del -5,2% stimato a giugno.

La ripresa resta «incerta e diseguale», esposta a ricadute. Nel 2021, il rimbalzo atteso è del 5,2%, un po’ meno di quanto stimato a giugno, proprio perché meno profondo dovrebbe essere il crollo di quest’anno. Nel 2021 il Pil globale aumenterà solo dello 0,6% rispetto all’anno scorso. Uno spostamento limitato che tuttavia dimostra che il peggio è passato. L’Fmi, infatti prova a guardare oltre l’orizzonte della pandemia stimando, nel medio termine un miglioramento del 3,5%. Le stime presuppongono che il distanziamento sociale continuerà nel 2021, per sparire in modo graduale con il calo dei contagi.

L’Italia, pur migliorando resta il fanalino di coda fra le economie del G7: il -10,6% stimato per quest’anno si confronta con il -6% della Germania, il -9,8% di Francia e Gran Bretagna, il -4,3% degli Stati Uniti, il -7,1% del Canada e il -5,3% del Giappone. C’è solo una piccola consolazione. Non siamo più gli ultimi nella Ue: la maglia nera, infatti passa alla Spagna con una caduta del Pil del 12,8%. Magra rivincita visto che il deficit è al 13% e il debito al 162%.

Nonostante l'ottimismo per una recessione meno severa delle attese, il Fondo avverte: la crisi è lontana dall’essere finita ed è essenziale non ritirare gli stimoli di bilancio e monetari. La ripresa - per il World Economic Outlook - sarà lunga e incerta, prona a ricadute e con pesanti conseguenze sul mercato del lavoro. Le ferite si vedranno a lungo. Da qui l’esigenza di portare avanti gli stimoli e di investire, anche nel tentativo di ridurre le disuguaglianze accentuate dalla crisi.

«Quasi 90 milioni di persone scivoleranno sotto la soglia degli 1,90 dollari al giorno di reddito», che indica l’estrema povertà, ricorda il Fondo Monetario citando i dati dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro. Nel secondo trimestre le ore di lavoro perse rispetto agli ultimi tre mesi del 2019 «equivalgono alla perdita di 400 milioni di posti a tempo pieno».

 

 

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