La finanza straordinaria per le Pmi che saranno i campioni domani

Aveva ragione Hellen Keller, scrittrice americana, prima donna sorda e cieca ad essersi laureata a 19 anni, che disse: «Da soli possiamo far poco. Insieme possiamo far tanto». Esattamente come «Mai soli», slogan scelto da Aifi per il convegno in Confindustria Brescia su M&A come ponte generazionale che consenta alle piccole e medie imprese bresciane di diventare i campioni di domani.
Ma per arrivare ad esser campioni di domani occorre conoscere cosa attende la piccola e media impresa oggi: Confindustria Brescia ha allora strutturato un percorso formativo sull’M&A al cui interno «le imprese possano trovare – ha spiegato Anna Tripoli, vicepresidente dell’associazione con delega a Credito, finanza e fisco – un punto di riferimento che consenta loro di muoversi in sicurezza». Il salto culturale non è facile ed i problemi da affrontare sono numerosi e bisogna esser preparati.
Le testimonianze
L’appuntamento di ieri sul tema M&A (le operazioni strategiche di finanza straordinaria volte a combinare due o più aziende per modificarne l’assetto proprietario e consolidare la competitività) aveva l’obiettivo di dialogare con gli imprenditori bresciani su come la complessità macroeconomica e geopolitica stia condizionando il valore delle imprese, le scelte strategiche e quali strumenti possono essere utilizzati, «tra cui, per guardare con serenità al futuro – come ha ricordato Anna Tripoli – capacità, competenze e risorse… perché la firma di un deal è solamente l’inizio di una nuova storia per l’impresa».
Una storia in cui, quando si conclude, «è molto importante aver mantenuto l’indipendenza finanziaria dell’impresa – ha ricordato Marco Saccone, amministratore delegato di Olimpia Splendid – ma, prima ancora, bisogna esser stati bravi nella scelta del partner finanziario».
Il quadro che la provincia propone è stato delineato da Anna Gervasoni, direttore generale Aifi e rettore Liuc . «Brescia è ricca di imprese sane e gestite bene, con progetti industriali forti che trovano sempre più spesso nella finanza straordinaria un elemento strategico per crescere e internazionalizzarsi. Imprenditori che con visione hanno aperto il capitale per reperire risorse finanziarie, ma anche per acquisire competenze, risorse umane e know how tecnologico fondamentali per la crescita».
C’è così chi ha scelto i fondi, come Texor rappresentata dall’ad Giuseppe Caruso, e chi la Borsa, come Intred, il cui ad Daniele Peli ha ricordato come la società sia «proprietaria della rete», che tra i progetti immediati l’attenzione va ai data center, ma soprattutto che ad una società retail «con la quotazione in Borsa abbiamo avuto visibilità e che dalla Borsa anche la possibilità di attrarre talenti».
Chiarissima Giovanna Franceschetti, vicepresidente Gefran «entrare in Borsa 25 anni fa su decisione determinante dei fondatori è stato un boost per la crescita dell’azienda, per i processi di acquisizione all’estero favorendo l’internazionalizzazione come fattore di successo e per un passaggio generazionale riuscito».
Le esperienze di Francesco Guarneri (il consigliere delegato Guber ha ricordato che «bisogna avere le idee molto chiare quando si apre ai fondi e fuggire da investitori mordi e fuggi») ed Enrico Zampedri hanno chiuso i lavori con l’amministratore delegato Metra che ha ricordato come «il fondo Usa che è entrato nel nostro capitale ha messo a disposizione strumenti che non avevamo ed è stato fondamentale per i collegamenti e le opportunità offerte».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Economia & Lavoro
Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.
