Economia

Emergenza idrica, Mazzoncini: «Serve un pacchetto d'investimenti da 48 miliardi in dieci anni»

Così l'amministratore delegato di A2A a Cernobbio a commento di uno studio realizzato insieme a The European House-Ambrosetti
  • L'ad di A2a Renato Mazzoncini a Cernobbio per il Worshop Ambrosetti 2023
    L'ad di A2a Renato Mazzoncini a Cernobbio per il Worshop Ambrosetti 2023
  • L'ad di A2a Renato Mazzoncini a Cernobbio per il Worshop Ambrosetti 2023
    L'ad di A2a Renato Mazzoncini a Cernobbio per il Worshop Ambrosetti 2023
  • L'ad di A2a Renato Mazzoncini a Cernobbio per il Worshop Ambrosetti 2023
    L'ad di A2a Renato Mazzoncini a Cernobbio per il Worshop Ambrosetti 2023
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All'Italia serve un pacchetto d'investimenti da 48 miliardi in dieci anni per superare l'emergenza idrica, recuperare acqua per le esigenze di famiglie, agricoltura, industria, idroelettrico. Emerge da uno studio realizzato da The European House-Ambrosetti con A2A, presentato a Cernobbio. «Il 2022 è stato un anno tremendo, con minore acqua negli ultimi 60 anni. Ed è un trend che continua» dice l'ad di A2a, Renato Mazzoncini. La siccità record ha ridotto la disponibilità di risorsa idrica naturale di 36 miliardi di metri cubi (-31% sul 2021) un volume comparabile a 60 volte il Lago Trasimeno.

I dati evidenziano che siamo vicini a un punto di non ritorno per una risorsa che contribuisce al 18% del Pil Italiano, pari a 320 miliardi di euro l'anno. Secondo lo studio, lo scorso anno si sono persi 7,1 miliardi di m3 di acqua consumabile (-34% rispetto al 2021), quanto l'acqua consumata da 14 milioni di cittadini. La siccità ha inoltre ridotto la produzione idroelettrica a 30,3 TWh rispetto alla media del decennio 2012-2021 di 48,4 TWh. Per trovare un valore così basso bisogna risalire al 1954, ma con una potenza installata di 3 volte inferiore a quella attuale.

«Senz'acqua non c'è futuro. Ma in futuro avremo sempre meno acqua. I cambiamenti climatici, gli sprechi e una gestione poco oculata hanno messo a rischio questa risorsa, come denunciato anche dall'Onu», ha spiegato Renato Mazzoncini, evidenziando la necessità di un'azione congiunta tra istituzioni, industria ecittadini. «Gli effetti del cambiamento climatico si aggiungono ad alcune criticità strutturali che segnano la gestione idrica in Italia e che vanno opportunatamente e prontamente attenzionate - ha commentato Lorenzo Tavazzi, partner di The European House -Ambrosetti -. Investire in adattamento e mitigazione del cambiamento climatico è quindi cruciale, in un contesto in cui il cambiamento climatico sta già impattando significativamente il nostro Paese».

L'ultimo biennio ha reso evidente nel Paese l'urgenza di intervenire per la mitigazione degli impatti del cambiamento climatico sulla risorsa idrica. Se il 2022 è stato per l'Italia l'anno "nero", meno piovoso e più caldo degli ultimi 60 anni, il 2023 vede l'alternanza tra la coda siccitosa e precipitazioni intense e fortemente concentrate, indice di una tropicalizzazione del clima italiano che necessita di una maggiore attenzione nel dibattito pubblico del Paese. Il disagio legato alla siccità record è stato generalizzato: fino al 40% dei cittadini ha vissuto gli effetti delle politiche di contenimento dei consumi e il 28% ha subìto razionamenti di acqua nel proprio comune di residenza.

«Qualsiasi investimento necessario sull'acqua penso che potremo farlo. Abbiamo un piano al 2030 che prevede 16 miliardi di investimenti, che non potranno essere tutti sull'acqua, ma penso che potremo investire 1 miliardo sull'idroelettrico e uno o anche di più sull'idrico». Ha detto ancora l'amministratore delegato di A2a, Renato Mazzoncini, nel corso della presentazione della ricerca «Acqua: azioni e investimenti per l'energia, le persone e i territori», realizzata con The European House - Ambrosetti.

«Siamo delle aziende potenzialmente anticicliche che quindi possono investire anche in momenti in cui il ciclo economico non è favorevole», spiega Mazzoncini, aggiungendo che una parte degli investimenti deve essere destinata a infrastrutture e acquedotti per ridurre le perdite di acqua nella distribuzione, visto che oggi l'Italia sta perdendo il 41,2% contro una media europea del 25%. «Anche se una perdita dell'acqua è fisiologica - aggiunge - dobbiamo scendere a una quota intorno al 20%». 

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