Economia

Draghi studia il dossier Alitalia per proporlo all’Europa

L’Ue: «Discontinuità economica con la vecchia compagnia». Le sigle: no spezzatino
Aerei Alitalia in pista - Foto © www.giornaledibrescia.it
Aerei Alitalia in pista - Foto © www.giornaledibrescia.it
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L’intricato dossier Alitalia atterra sul tavolo del premier Mario Draghi. Ieri a Palazzo Chigi riunione preliminare cui hanno partecipato, oltre al premier, il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli e i ministri dell’Economia Daniele Franco, delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini e dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti per fare il punto.

Il tema è più che mai all’attenzione del nuovo governo, dopo che sabato Giorgetti e Giovannini, al Mise, con i dirigenti del Tesoro, hanno confermato la volontà di andare avanti col piano Ita e quindi di avere una nuova compagnia di bandiera. E già la prossima settimana il governo potrebbe mettere a punto una proposta, visto che tra mercoledì e giovedì è in programma un incontro virtuale degli stessi ministri Giorgetti, Giovannini e Franco con la Commissaria europea per la Concorrenza Margrethe Vestager, che segue il dossier.

La Ue chiede da sempre che ci sia «discontinuità economica» tra la vecchia compagnia aerea e la newco e questa discontinuità, secondo Bruxelles, deve passare per la vendita degli asset della vecchia Alitalia, attualmente in amministrazione straordinaria, attraverso una gara trasparente, la cessione di slot su aeroporti «congestionati», la vendita a terzi di handling e manutenzione e una gara per la controllata Loyalty.

La Commissione fa anche notare che «la discontinuità economica» con la vecchia società viene analizzata «usando un set di criteri tra cui non solo l’ampiezza degli asset trasferiti ma anche il prezzo di trasferimento, l’identità dell’acquirente, la tempistica del trasferimento e la logica economica della transazione».

L’idea di uno spezzatino di Alitalia, con il lancio diversi bandi di gara per la vendita separata degli asset, viene respinta con forza dai sindacati che invece ritengono «positivo l’impegno del governo a proseguire il progetto del vettore nazionale». Ed «è fondamentale ora che i 3 miliardi previsti per la nascita di Ita siano investiti in un piano di sviluppo che tuteli la piena occupazione di tutti i dipendenti Alitalia», afferma il segretario nazionale della Filt Cgil, Fabrizio Cuscito, chiedendo al governo di «coinvolgere» i sindacati nel progetto Ita.

Altro tema caldo nel confronto tra i ministri italiani e la commissaria Ue sarà quello dei ristori. Alitalia è in attesa che Bruxelles dia il via libera all’ultima tranche di ristori legati all’emergenza Covid e pari a 55 milioni di euro per dare ossigeno alle casse. Il pagamento degli stipendi di febbraio è slittato a domani e senza l’ok della Ue a questi ristori il problema rischia di aggravarsi il mese prossimo con conseguenze pesanti sull’operatività della compagnia.

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