Economia

Donne e lavoro, nel Bresciano occupazione ferma al 56%

La media è molto più bassa di quella lombarda: «Un quadro che la pandemia rende ancora peggiore»
CONTRO LE DISEGUAGLIANZE SUL LAVORO
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Nella nostra provincia il tasso di occupazione femminile è fermo al 56,4% a fronte di un 78% maschile. Una forbice di oltre venti punti percentuali ben più ampia della già evidente media regionale lombarda, «ferma» sul 16% (60,4%femminile contro il 76,5% degli uomini). Quello fotografato dai dati Istat 2019 è un quadro pesantissimo, che l’emergenza coronavirus sta addirittura aggravando. Una conferma arriva se si guardano i più recenti dati Istat sul tasso di disoccupazione, per i lavoratori dai quindici anni in poi: in provincia di Brescia è del 6,5% per le donne mentre scende al 3,5% per gli uomini.

«Quello delle discriminazioni di genere sul lavoro è un problema molto serio che va affrontato nelle sedi giuste, coinvolgendo ancor più le associazioni datoriali e i sindacati», sottolinea Nini Ferrari, consigliera di parità della Provincia di Brescia che ha siglato giovedì, riattivando un accordo già esistente in passato, un nuovo protocollo di intesa con l’Ispettorato territoriale del lavoro di Brescia per rafforzare azioni sinergiche con l’obiettivo di prevenire e contrastare le discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro. Il timore - sottolineano gli osservatori - è che l’emergenza Covid 19 e la drammatica congiuntura economica che ne è seguita possano addirittura aggravare questi squilibri di genere nel mondo nel lavoro, e che a farne le spese possano essere proprio le donne. «Un timore che c’è e che viene confermato da molte segnalazioni, anche se non abbiamo ancora a disposizione un quadro consolidato di dati ufficiali», sottolinea la Ferrari.

Nel mese di marzo e quindi in pieno lockdown da Covid, sempre secondo fonte Istat, si è registrata una diminuzione generale dell’occupazione, a livello nazionale, del meno 0,1%, coinvolgendo sia gli uomini (- 0,1%) che le donne (- 0,2%) e il rischio è che a pagare un trend in discesa degli occupati possano essere in gran parte proprio le donne.

La Ferrari, da consigliera di parità del Broletto, si è data anche l’obiettivo «di creare un tavolo, da me coordinato, coinvolgendo Camera di Commercio, associazioni dei datori di lavoro e sindacati proprio sul tema della prevenzione e del contrasto alle discriminazioni e diseguaglianze di genere sui luoghi di lavoro». Nini Ferrari sottolinea infatti che «il lavoro che va condotto sul territorio è in primo luogo anche culturale, richiede ovvero di lavorare a monte pure sul cambio di una mentalità e di abitudini ampiamente diffuse. Anche ad esempio sulla ripartizione del lavoro di cura dei figli o dei familiari piùdeboli. Se infatti questo lavoro di cura risulterà ripartito in modo il più possibile equilibrato ed eguale, anche la donna avrà modo di considerare scelte diverse e meno penalizzanti pure per quanto riguarda il suo lavoro». 

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