Dona l’azienda alla fondazione: la doppia sfida della Blaumann

«Oggi più che mai la società ha bisogno di diventare più consapevole e matura, guardando al di là delle cose che vede, del tempo e dello spazio stessi. Il futuro, forse, potrebbe venire anche da una sola giovane mente, capace però di pensare fuori dal coro». Risponde così Giovanni Franceschini, imprenditore bresciano alla guida della Tecnosens spa, a chi domanda perché abbia deciso di dar vita alla neonata Fondazione Blaumann. Un ente no profit che nei suoi sogni dovrebbe diventare una sorta di «incubatore» di giovani menti che, proprio grazie al sostegno della fondazione, potrebbero essere davvero libere di uscire dagli schemi tradizionali, sperimentando e mettendo a fattor comune il più antico e prezioso talento umano: la capacità di pensare, appunto.
«Nella fisica siamo fermi alla meccanica quantistica di 100 anni fa, e forse se sapessimo concentrarci ed andare oltre potremmo risolvere alcuni dei problemi più cocenti che affliggono il nostro secolo, da quello dell’ambiente a quello dell’energia», prosegue l’ingegnere nucleare bresciano che proprio in virtù di questo modo di «guardare oltre» ha dato vita - insieme alla moglie Laura Benedetti, architetta e pittrice recentemente scomparsa - ad un’idea imprenditoriale davvero innovativa.
Il progetto
Una fondazione che non solo sostiene ricercatori, dottorandi o progetti (detti «fellow») nel loro lavoro di ricerca sui «concetti di base» della fisica, ma che al tempo stesso diviene azionista della Tecnosens, un «gioiellino» leader nel settore della sensoristica e dei laser a fibra ottica che fattura quasi 9 milioni di euro (8,6 nel 2021) e conta un trentina di dipendenti. Da statuto, infatti, tutte le azioni dell’azienda verranno via via donate dalla attuale proprietà, che fa riferimento a Giovanni Franceschini appunto, alla fondazione stessa, garantendole così una fonte di finanziamento futuro ed in crescita con la performance aziendale.
«Un meccanismo che nel tempo - tira corto Franceschini - potrebbe anche cambiare intimamente il profilo dell’impresa e la sua governance. Uno dei pochissimi esempi di fondazione privata destinata al bene pubblico».
Dal profit al no profit
A guidare la fondazione in questa sua missione è del resto un comitato scientifico d’eccezione costituito da tre eminenti fisici come Carlo Rovelli (presidente), Guido Tonelli ed Eugenio Bianchi, mentre Giovanni Franceschini ricopre il ruolo di fondatore unico e presidente della stessa. La fondazione, dal canto suo, si impegna a sostenere la formazione e la ricerca dei suoi «fellow» attraverso borse di studio e rimborsi spese, indicendo concorsi su obiettivi specifici nonché un premio biennale, denominato Premio Blaumann, destinato ad un giovane di meno di trent’anni che abbia particolarmente contribuito agli obiettivi della fondazione.
«È da quando ho fondato la Tecnosens che penso a questo meccanismo di passaggio dal profit al no profit ed oggi è arrivato il momento - conclude Franceschini -: sono persuaso che se funzionerà, la fondazione darà grande prestigio non solo a Brescia ma all’intero Paese, perché non possiamo dimenticare che ognuno di noi ha anche il dovere di rendere qualcosa alla società in cui vive, cresce ed opera».
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