Economia

Dè Pio: le giacche fatte con le calze

Il marchio Chic Appeal è stato presentato a Berlino e a Parigi. I tessuti sono realizzati con le macchine circolari.
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Non si fermano mai. Al calzificio Dè Pio, realtà storica di Botticino, alle calze - tuttora core business dell’azienda - è seguita la produzione di altri piccoli accessori (guanti, sciarpe, cuffie o scaldabraccia). Ora, poi, hanno fatto un nuovo passo avanti: il corredo della loro nuova collezione autunno/inverno comprende anche giacche, pantaloni e abiti, tutti realizzati utilizzando la tecnologia delle macchine circolari per le calze.

Non si fermano mai, non solo perché rinnovano e diversificano - un anno dopo l’altro - la loro produzione, ma anche perché superano i confini nazionali. Nelle ultime settimane sono volati a Berlino, per partecipare alla fiera Premium, uno dei pilastri della Berlino Fashion Week, e a Parigi per il Salone Who’s Next Premiere Classe Prêt à Porter, vetrina internazionale per gli accessori e importante punto di riferimento del mercato.

Motore delle scelte strategiche del calzificio, Mary Chiaruttini, insieme al marito Michael Tolaini e ai figli Elisabetta e Giordano. A capo di un’azienda dove l’alta qualità dei prodotti (tra i clienti, boutique di tutto il mondo e le più prestigiose case di moda italiane e straniere), è il risultato dell’impiego di materie prime di prim’ordine, dell’attenzione ai dettagli e dalla costante ricerca e innovazione. Il tutto in una dimensione squisitamente artigianale e a conduzione famigliare (Dè Pio conta solo una ventina di dipendenti), dove le lavorazioni, dal filato al prodotto finito, vengono svolte tutte nel centro di produzione di Via Tito Speri, senza l’ausilio di terzisti, con materie prime rigorosamente Made in Italy.
L’idea di aggiungere alla collezione abiti e giacche è nata per caso: «Ho acquistato per mia figlia una giacca molto colorata - racconta -. È stata uno spunto per immaginare una nuova produzione».

I capi, ultimi nati del brand Chic Appeal di Dè Pio, vengono creati cucendo - le une alle altre - le strisce di tessuto realizzate con le macchine per la lavorazione tubolare, tradizionalmente applicata alle calze. «In questo modo abbiamo la possibilità di sbizzarrirci, cambiando rapidamente colori e fantasie, e produrre capi anche in numero limitato, senza perdite o giacenze di materiale» aggiunge.

Per sapere se la nuova collezione, presentata a Berlino e a Parigi, ha avuto successo ci vorrà un po’ di tempo: «Di certo i nostri stand hanno riscosso molto interesse - continua -. Adesso vedremo se seguiranno anche nuove ordinazioni».  Una parte importante, per conoscere l’appeal dei nuovi modelli, la giocherà anche la risposta dei clienti del loro punto vendita di Via Trieste 43/C a Brescia, aperto da un paio di mesi.

«Per muoversi alla ricerca incessante di novità - spiega Mary Chiaruttini – ci vuole una grande passione», perché affrontare nuove sfide, specialmente nei momenti di crisi economica come quello che stiamo attraversando, non è di certo facile «soprattutto per una piccola realtà come la nostra - aggiunge -. Il mercato italiano è difficile ora e abbiamo grosse difficoltà a trovare giovani disposti a lavorare da noi. Forse si sentano sminuiti all’idea di diventare artigiani. Io invece, che sono artigiana, lo ribadisco con orgoglio».

Maria Cristina Ricossa

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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