Economia

Dalle maniglie agli «antiproiettile», la sfida di Evgenij

L’imprenditore ucraino lavora con alcune aziende del Bresciano
Evgenij Potyomkin - © www.giornaledibrescia.it
Evgenij Potyomkin - © www.giornaledibrescia.it
AA

Dalla distribuzione di maniglie alla produzione di giubbotti antiproiettile, per rifornire gratuitamente l’esercito ucraino. Evgenij Potyomkin è un imprenditore di 45 anni, nato nell’Unione sovietica e che ha compiuto a Kiev gli studi di marketing, iniziando a lavorare sin dal primo anno di università «perché i miei genitori non potevano permettersi di pagare per la mia educazione». Nel 1996 ha avviato con la famiglia una piccola azienda per la produzione di porte blindate, che si è poi specializzata nella distribuzione di maniglie e accessori per porte.

«Ho cominciato con cinque persone in organico fino a raggiungere 120 dipendenti nel febbraio 2022 - racconta Potyomkin, in visita nei giorni scorsi nel Bresciano, dove ha sede un’azienda partner -. In Italia lavoro con 7 aziende, 2 dalla Grecia, 1 dalla Germania e 3 dalla Cina. Negli ultimi 8 anni, abbiamo avuto la guerra con la Russia e, sfortunatamente, il nostro esercito non è ancora ben equipaggiato. Quando abbiamo affrontato il livello successivo di aggressione, la maggioranza degli ucraini ha iniziato ad aiutare l’esercito come poteva. Alcune persone si sono unite ai soldati, altri costruivano fortificazioni difensive, altri ancora come mia moglie cucinavano per le truppe; questa la famosa rete di volontari civili ucraini».

Evgenij ha riscontrato che uno dei punti deboli dell’organizzazione era l’assenza di giubbotti antiproiettili per i soldati, perciò ha deciso di «riconvertire» in parte o meglio integrare la propria attività iniziando a produrli. «Abbastanza velocemente - spiega - l’attività si è trasformata nella fondazione di beneficenza "Ukraine in Armor". Il 90% del lavoro è concentrato sulla produzione di giubbotti antiproiettile - ad oggi ne abbiamo prodotto e distribuito gratuitamente 5mila - ed elmetti. Tutto questo lavoro non è remunerato: riceviamo donazioni per comprare il materiale e finanziare la produzione, ma non spendiamo denaro per l’amministrazione o per nessuna altra necessità, il che ci permette di tenere costi bassi (80-90 euro per un giubbotto contro 250-450). Abbiamo anche aiutato l'esercito con veicoli 4x4 o ambulanze. Dobbiamo mantenere il flusso di approvvigionamento e continuare a far lavorare le persone e pagarle per evitare la catastrofe umanitaria. Il nostro governo non è forte abbastanza per mantenere entrambi, esercito e civili». In Italia, e nella nostra provincia, Potyomkin è arrivato anche per raccogliere donazioni al fine di portare in Ucraina almeno un’ambulanza.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia