Economia

Dai teli per lo sport alle mascherine: il salto di Bonometti

L’azienda specializzata in coperture industriali realizza i dispositivi in «tessuto non tessuto»
I fratelli Fabio e Mauro Bonometti con la mascherina -  © www.giornaledibrescia.it
I fratelli Fabio e Mauro Bonometti con la mascherina - © www.giornaledibrescia.it
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C’è mascherina e mascherina. Anche se in questi mesi hanno rappresentato (non fosse che per la difficoltà di reperimento) l’oggetto forse più desiderato dagli italiani, i dispositivi di protezione individuali anti-Covid non sono tutti uguali. E non tutti sono egualmente efficaci.

Assunto da cui è partita la bresciana Bonometti srl, specializzata nella lavorazione di materie tessili, coperture per robot (sotto il marchio Abcovers) e pvc per uso industriale e per lo sport, al momento di integrare il proprio core business con la produzione di mascherine certificate per l'emergenza sanitaria. Lo spiega Fabio Bonometti, al timone dell’azienda con il papà Angelo e il fratello Mauro: «Essendo organizzati e disponendo di tecnologie di ultima generazione, non è stato un problema riconvertire parte dell'attività nella produzione di mascherine. Il protocollo. Abbiamo operato fin da subito una scelta fondamentale: puntare sulla qualità del prodotto. Perciò abbiamo voluto seguire il protocollo del Politecnico di Milano, sia per il tipo di tessuto da utilizzare, sia sulle procedure di confezionamento. L'obiettivo è fornire alle imprese clienti e a chi necessita un prodotto che rispetti gli standard di filtrazione imposti».

Siamo ai primi di marzo, nella fase acuta di diffusione dell’epidemia e, al pari di tutte le aziende, la produzione tradizionale segna una battuta d’arresto (nonostante la buona partenza nel primo trimestre, con un +13,64% di fatturato). Azienda smart. In via Val Saviore - una struttura «smart», dove lavorano una dozzina di dipendenti - si decide una parziale riconversione: tempo «una mezza giornata», vengono messi a punto i prototipi, elaborati i modelli, vagliata la forma definitiva. «Avevamo già gli strumenti, inclusa una macchina da taglio di altissimo livello - riferisce Bonometti -. Abbiamo sfornato le prime mascherine, un migliaio circa, poi ci siamo fermati, perché non c’era chiarezza nelle direttive: abbiamo allora pensato di attenerci alla normativa in deroga e di imboccare la strada dettata dal Politecnico di Milano, non facendo una semplice autocertificazione, ma percorrendo tutti gli step. Ora siamo oltre la metà dell’iter burocratico».

Mascherina in Tnt. Tradotto, si è trattato di adottare uno dei sette (su 500 che sono stati testati) materiali indicati come conformi dall’istituto universitario: uno speciale tnt triplo strato filtrante sms, fornito dal sito produttivo di Torino della multinazionale finlandese Ahlstrom. I tre strati, combinati assieme, garantiscono una perfetta protezione della maschera facciale e, allo stesso tempo, ne assicurano il comfort, data la conformazione ergonomica e quindi l’aderenza al viso. «Non danno fastidio e non lasciano spiragli come le chirurgiche - assicura l'imprenditore -, perché lo strato interno in melt blow costituisce già l’elemento filtrante. A seguito dei risultati positivi dei test, abbiamo fatto partire la produzione e siamo in grado di realizzare circa 850 mascherine al giorno. Stiamo lavorando per le nostre aziende, che pian piano ripartono».

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