Economia

Da maestra a fondatrice di Melidé: le vite di Alessandra Delbono

La bresciana, di Castegnato, ha creato il brand ricamando a mano le t-shirt. Minimalismo e sostenibilità è la cifra di ogni capo dell’atelier
Alessandra Delbono - © www.giornaledibrescia.it
Alessandra Delbono - © www.giornaledibrescia.it
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È partita da Brescia per Roma per studiare letteratura. Pochi esami e poi la tesi sul carteggio di Sibilla Aleramo conservato alla Fondazione Gramsci, ma poi ha trovato l’amore e, nei Castelli Romani («Mi sono innamorata, è un mondo a misura d'uomo»), si cuce addosso un lavoro.

Voleva fare la maestra (e per un po’ lo è stata) e nel frattempo ha lavorato in libreria a Brescia e a Roma. Come spesso succede, poi, la vita ti sorprende e ti obbliga a fare scelte diverse: se ti opponi tutto si ingarbuglia, ma se riesci a fare tuo il cambiamento ciò che succede è meraviglioso. Alessandra Delbono, 40 anni, di Castegnato, diplomata al Gambara e con una laurea in letteratura in tasca, oggi è la fondatrice e ceo di Melidé, brand di moda che è molto di più.

Il team di Melidè - © www.giornaledibrescia.it
Il team di Melidè - © www.giornaledibrescia.it
 Oltre a capi da indossare ci sono gioielli, accessori, scarpe e (qui il cerchio si chiude con i lavori precedenti da libraia e maestra) libri, nella sezione bookshop del sito. «In Melidè ho riportato tutte le mie esperienze, tutto ciò che ho imparato» ci spiega. 

Nella nostra chiacchierata Alessandra si dimostra esattamente come appare su Instagram: un vulcano di idee e interessi.

Ma andiamo con ordine.

Melidè

L’avventura di Melidé nasce con ago e filo, nel momento in cui Alessandra si mette in pausa per diventare mamma. Ferma non ci sa stare e inizia a ricamare i vestiti del suo Teo.

Il nuovo logo di Melidè, scelto per uscire «dalla bottega» -   © www.giornaledibrescia.it
Il nuovo logo di Melidè, scelto per uscire «dalla bottega» - © www.giornaledibrescia.it
 A questo punto un’amica le fa i disegni e mette le sue T-shirt bianche ricamate su Depop, che nel 2014 era il canale più utilizzato per vendere. Nel 2015 lei, con altre due donne, vendono troppo per non avere una partita iva «O andiamo avanti - si dicono - oppure chiudiamo». Qui arriva Instagram e la voglia di comunicare della bresciana fa il resto. Quelle maglie personalizzate piacciono, ma non manca chi, contattato per un parere, giudica i loro prodotti «da bambini». Nel 2016 la svolta:arriva il blog di Chiara Ferragni, The blonde salade, che apre un e-commerce e chiede T-shirt customizzate: «da allora non abbiamo mai smesso di lavorare».

«In questo campo chi prima arriva meglio alloggia - spiega Alessandra -, non avevamo competitor e ci siamo tirate su le maniche fino alle ascelle». Lo stile di Melidé è semplice ed elegante «un gusto molto bresciano - dice Alessandra - e infatti lavoriamo molto al nord dove il gusto è più minimalista e c’è attenzione ai piccoli brand».

«Quello che piace a noi lo produciamo» racconta con semplicità Alessandra.

Ambiente e lavoro

Dalle magliette bianche ricamate con un piccolo cuoricino rosso, un disegno o con una frase, ora Melidè propone capi passepartout, essenziali, che potrebbe mettere una ragazza anche tra 30 anni.

Uno dei ricami di Melidè -   © www.giornaledibrescia.it
Uno dei ricami di Melidè - © www.giornaledibrescia.it
 Ed è proprio questo uno dei punti fondamentali: Alessandra e il suo team (oggi sono in 9) propongono capi sostenibili e di alta qualità per ridurre lo spreco: «Il nostro è un brand di lifestyle che vuole avere un approccio diverso: vogliamo proporre abbigliamento che non passa di moda, con materiali ecologici che durino il più possibile». Ecco allora il cotone da economia circolare, il cupro (seta vegetale), golfini che si possono utilizzare con il bottone davanti e dietro o le gonne che cadono bene su tutti i fisici.

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«Mi piacerebbe allargare l'azienda per portare il modello di business Patagonia dove tutti i fornitori sono interni e si controlla la filiera. Portare quindi per tutti i nostri valori aziendali».

Il double golfino, una delle creazioni di Melidè -   © www.giornaledibrescia.it
Il double golfino, una delle creazioni di Melidè - © www.giornaledibrescia.it
 Anche per il lavoro Melidé è atipica: i ricavi vengono divisi equamente tra chi ci lavora.

Quello che Alessandra non vuole è riproporre modelli lavorativi nei quali lei si è trovata male: «Ho lavorato in posti dove c'era poca attenzione al dipendente - racconta - e questo è ciò che non voglio. Da sei anni abbiamo un'azienda che lavora e ci paghiamo la vita. Tra i nostri valori c'è rispetto del lavoro, oltre che la longevità dei capi, voglio che Melidè sia fonte di sostegno, che porti qualità della vita a chi ci lavora, che permetta loro di fare ciò che vogliono».

Si sente fortunata Alessandra, ma non si ferma. Per il futuro le idee non mancano, vorrebbe fare una gonna nera che si possa indossare anche tra 10 anni e «vorrei che Melidè fosse un rubinetto per altre aziende - dice -; è una cosa bellissima e spero continui». Le piacerebbe anche lavorare con qualche onlus e, perchè no, trovare un modo per ricucire un legame anche con Brescia. Non solo, vorrebbe creare lavoro nella zona dei Castelli Romani «perchè il lavoro - dice - è una cosa bella. Possiamo contribuire ad altro: il futuro non mi spaventa».

Il rapporto con Brescia

«Brescia è una città culturalmente prolifica - ci dice Alessandra da quello che è un osservatorio lontano, ma per questo molto obiettivo -, è bella esteticamente e questo ti aiuta ad abituarti al bello, ti dà il  gusto e la visione del bello». Lei è crescita tra Castegnato, dove abitava, Gussago e Villaggio Badia e la città dove ha studiato e lavorato.

«Brescia è pulita e a misura d'uomo. È casa. - aggiunge -. Ho "rosicato" quando ho visto la trasformazione del Carmine. Mi rendo conto quanto mi manchi quando torno. Qui ai Castelli Romani c'è molta bellezza, ma anche disorganizzazione».

 

 

 

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