Economia

Crescono le imprese di e-commerce a Brescia: sono 910 nel 2022

Nel 2010 erano soltanto 125. I numeri sono aumentati soprattutto durante la pandemia, sviluppandosi inizialmente in modo artigianale
Due donne fanno acquisti online - Foto Unsplash
Due donne fanno acquisti online - Foto Unsplash
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La pandemia è stata solo un potente accelleratore. Ma la crescita delle imprese che operano nel Bresciano con l’e-commerce, che inizia a farsi netta dal 2010, subisce una impennata dal 2019 ai giorni nostri. Il trend di crescita delle imprese è sostenuto: nel 2010 le imprese attive nell’e-commerce erano 125, ovvero 1 su 1.000 imprese attive in provincia, per raggiungere quota 910 nel 2022, pari a circa 7 imprese su 1.000.

In particolare, in provincia di Brescia, si è assistito a un vero e proprio boom di nuove realtà attive nel commercio elettronico, che ha avuto un’accelerazione da settembre 2020, quando la recrudescenza dei contagi ha imposto nuovamente la chiusura di molte attività. Come osserva la nota pubblicata, nel 2021, dal Servizio Studi della Cciaa di Brescia: «L’emergenza sanitaria ha modificato profondamente le abitudini di acquisto dei consumatori, le misure di contenimento adottate per fronteggiare il virus hanno indotto le imprese a sperimentare nuove modalità di vendita che hanno contribuito alla diffusione dell’e-commerce anche tra le piccole imprese che, rispetto al passato, sono state incentivate ad avvicinarsi al digitale».

L’approccio all’e-commerce, in molti casi, è stato piuttosto «artigianale», fondato cioè su vendite mediante social network o semplicemente attraverso l’uso di app di messaggistica, mentre le imprese più strutturate si sono affidate a dei service specializzati o hanno investito nella costruzione di siti. Ma tant'è, e alla fine del 2022 sono 910 le imprese bresciane per cui il commercio al dettaglio attraverso internet è diventato il «core business», ovvero l’attività primaria.

Brescia e Lonato al top

Le 910 imprese che svolgono, come attività primaria l’e-commerce, sono localizzate in ben 144 dei 205 comuni bresciani, indice di una rilevate diffusione per queste tipologie di attività innovative. E non è un aspetto irrilevante se consideriamo che nel 2010 le imprese dell’ e-commerce erano presenti in una sessantina di centri, raddoppiati, nel corso del decennio, fino ai 121 del 2019 per poi arrivare ai 144 del 2022.

All’ampia diffusione fa da contraltare una certa concentrazione dei volumi di imprese. Oltre un quarto del totale delle imprese dell’e-commerce si trova a Brescia (26,5%), un terzo del totale (33%) ha sede nei tre centri con più attività (Brescia, Desenzano e Lonato) e oltre il 60% nella ventina di comuni con più di 10 imprese. Per altro verso in una cinquantina di comuni si conta una sola impresa di e-commerce.

Interessante osservare come, nel periodo in esame, sia lievitata l’incidenza delle imprese di e-commerce come attività primaria sul totale delle imprese registrate. 

Nel 2010 le 125 imprese rappresentavano solo l’1x1000 del totale delle imprese bresciane, valore che è salito al 7,7x1000 nel 2022. Si tratta di una incidenza media sul totale delle imprese che nel dettaglio comunale rivela condizioni assai diverse.

Dei 144 comuni che nel 2022 contano almeno una impresa di e-commerce sono 35 quelli nei quali queste sono più di 10 per ogni 1000 imprese registrate. Tra questi in una decina di casi l’incidenza delle imprese di e-commerce doppia la media provinciale, con punte oltre il 20 x 1000 in tre piccoli comuni (Cimbergo, Azzano Mella e Ossimo) cui si aggiunge Roncadelle (20,1 x 1000). 

Un’incidenza delle imprese di e-commerce elevata si registra anche a Brione, Poncarale, Ceto, Rodengo Saiano (16 x 1000), Verolavecchia, Castel Mella (15,6 x1000), Roè Volciano e Concesio (14,x 1000). Nel Comune Capoluogo hanno sede ben 241 imprese di e-commerce, oltre un quarto del totale provinciale, con un’incidenza sul totale delle imprese che sfiora il 10 x 1000. Non è poca cosa. 

I prodotti offerti

Assai ampia è la gamma di prodotti offerti, dall’abbigliamento ai cosmetici, dall’arredamento alle opere d’arte, ma anche auto e moto, biciclette, software, Pc e parti, libri e fumetti, giocattoli, food fino agli integratori alimentari, ai sistemi di allarme e agli infissi.

Una forte diffusione che, in parte, compensa la contrazione dei negozi di vendita al dettaglio nello stesso periodo. Confrontando, infatti, il segmento nei negozi su web con l’intero mondo del commercio, tra il 2010 e il 2022, le imprese del commercio elettronico sono aumentate ad un ritmo di crescita esponenziale, pari al +628%, mentre, nello stesso periodo, l’insieme del settore del commercio ha perso 4.400 imprese, pari ad una riduzione del 15,3% nel dodicennio.

La carica degli under 35

Quelle dell’e-commerce sono imprese giovani, poiché in 4 casi su 10 sono gestite da under 35; un dato significativo ancor più se confrontato con gli altri settori dove appena 4 imprese su 50 sono guidate da giovani. Significativa, si legge nella nota della Cciaa di Commercio di Brescia, «è anche la presenza di imprese guidate da donne: ovvero 3 imprese del commercio elettronico su 10 (contro il 20,4% del totale dei settori); in valore assoluto sono 245 di cui quasi la metà è gestita da giovani donne».

Si tratta di piccole realtà imprenditoriali, in quasi due terzi dei casi organizzate come imprese individuali e con il 62% delle imprese che ha meno di 9 addetti. Nel 2021 le sedi di impresa che hanno come attività principale l’e-commerce nel Bresciano erano 802, 6,8 per ogni 1000 imprese, al sesto posto nella graduatoria nazionale per numero di imprese, preceduta da Roma, Milano, Napoli, Torino e Salerno, ma con un tasso di imprese e-commerce sul totale (6,8 x 1000) superiore sia al 6,6x 1000 della Lombardia che al 5,3 x 1000 del nazionale.

Insomma l’e-commerce è di casa a Brescia. E non è tutto perché, oltre alle aziende fin qui considerate, quelle per cui l’e-commerce è l’attività primaria, è stato possibile realizzare una mappatura di quelle che hanno scelto di svolgere in parallelo alla propria attività anche la vendita diretta on-line, come attività secondaria. Nella nota del Servizio Studi della Cciaa di Brescia si parla di una fotografia parziale del fenomeno poiché non tutte le attività di impresa hanno l’obbligo di dichiarare lo svolgimento del commercio on-line in via secondaria e, inoltre, non sono comprese le imprese che si sono rivolti ai marketplace (modello Amazon, Ebay etc.).

Attività secondaria

Le imprese bresciane che, a fine giugno 2021, avevano dichiarato di svolgere come attività secondaria il commercio elettronico erano 1.835; in media 17 imprese bresciane su 1.000 vendono online direttamente. L’ambito in cui operano è vario e tocca tutti i comparti di attività economica, anche se dalla analisi della composizione settoriale si evidenzia come il 55% di esse siano esercizi commerciali, praticamente 50 esercizi su mille nel settore.

Di questi i più attivi sono i negozi di articoli informatici e Ict, gli esercizi specializzati nella vendita di abbigliamento, calzature, articoli per la casa, le farmacie, i negozi di vendita di libri, giocattoli, articoli sportivi. Si collocano, invece, sotto la media i negozi specializzati nella vendita di prodotti alimentari. Ma la vendita online è diffusa in tutti i settori, dall’agricoltura, dove prevale la vendita di salumi e vino, al settore manifatturiero, dove si stimano 309 imprese con attività secondarie l’e-commerce, con una maggiore numerosità nel comparto della metallurgia e nel sistema moda. Insomma oltre alle 910 imprese sta prendendo forma un sistema più ampio di attività miste che si allarga a macchia d’olio. 

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