Cresce il lavoro: 541mila occupati, Brescia cerca 11mila addetti

Se anche la pandemia ci ha messo lo zampino, il mercato del lavoro bresciano nel 2021 ha tenuto, registrando persino un incremento degli occupati dell’1,2% sul 2020, complice il «traino» della componente femminile (+1,1% sull’anno precedente che, però, aveva visto proprio le donne particolarmente penalizzate, con un -5,1 sul 2019). E non è tutto. Stando ai dati Istat (rielaborati dagli osservatori di Confindustria e Apindustria) all’appello mancherebbero ancora circa 11mila occupati (contro i 553 nel 2019), di cui circa 4mila maschi e 7mila femmine.
Vale la pena evidenziare che l’evoluzione dell’occupazione nel bresciano risulta più intensa di quanto rilevato in Lombardia (+0,4%) e in Italia (+0,8%), a testimonianza di un sistema economico che nel 2021 ha saputo cogliere la spinta della ripresa dopo la recessione del 2020. Tuttavia, a seguito di queste dinamiche, il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni misurato a Brescia e provincia nel 2021 è pari al 65,7%, quindi ancora al di sotto dei livelli pre-Covid (67,3% nel 2019): mentre quello delle donne è cresciuto di un punto percentuale passando dal 53,1 al 54,2%, quello degli uomini è rimasto stabile (da 76,7 a 76,8%). «Questi dati evidenziano la grande richiesta delle nostre aziende di alcune figure e competenze che faticano ad emergere nell’attuale scenario», commenta il vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Welfare e relazioni industriali, Roberto Zini, che evidenzia come il tema della valorizzazione delle risorse umane sia oggi sempre più centrale.
«La crescita dell’occupazione ha accompagnato la forte ripresa che c’è stata nel 2021», gli fa eco il presidente di Apindustria Confapi Brescia Pierluigi Cordua per il quale ad oggi il problema «è di prospettiva: i costi crescenti stanno riducendo sempre più la marginalità delle imprese - dice -. A questo si accompagna una riduzione della domanda e quindi un rallentamento generale dell'economia».
Tornando ai numeri, nello scorso esercizio il numero di persone in cerca di occupazione a Brescia è salito a 28mila, contro i 24mila rilevati nel 2020, quando erano calati di circa 3mila unità sul 2019. Tale movimento, apparentemente controintuitivo, trova spiegazione nella maggiore vivacità del mercato del lavoro nel 2021, in contrapposizione alla minore fiducia riscontrata nel 2020, che aveva determinato l’uscita di persone dal mercato del lavoro e la loro entrata nella categoria dei cosiddetti «inattivi». Il tasso di disoccupazione complessivo si è così attestato al 4,9%, in aumento rispetto al 4,4% del 2020 e al 4,7% nel 2019: l’indice è pari al 3,9% per i maschi e al 6,3% per le femmine e risulta più basso della Lombardia (5,9%) e dell’Italia (9,5%). Guadando invece al tasso di inattività - che misura la quota di coloro che non lavorano e non cercano attivamente lavoro rispetto al totale della popolazione - nel 2021 ha subito una contrazione, passando dal 31,9% del 2020 al 30,8%.
L'offerta
Entrando nel merito dei profili maggiormente richiesti (secondo le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Brescia effettuate dalla piattaforma WollyBi che monitora gli annunci di lavoro online rilevati nel territorio) nel 2021 le domande di lavoro formulate dalle imprese bresciane hanno riguardato prevalentemente le macro categorie dei tecnici (19,9% degli annunci complessivi), degli artigiani e operai specializzati (18,2%), delle professioni tecniche e scientifiche(15,5%) e delle professioni non qualificate (15,1%).
La «top 5» dei profili più ricercati vede al primo posto gli addetti allo spostamento e alla spedizione dei materiali o delle merci (5,6% della domanda complessiva), seguiti dagli addetti alle pulizie in uffici, esercizi alberghieri ed altri esercizi (4,2%), dai modellatori e tracciatori meccanici di macchine utensili (4,2%), dai disegnatori industriali (3,8%) e dal personale non qualificato non classificato altrove (3,7%).
La tenuta del mercato del lavoro va di pari passo, nel Bresciano, allo sgonfiamento della cassa integrazione guadagni, che tuttavia rimane su livelli più elevati rispetto a quanto riscontrato prima della pandemia. Le ore complessivamente autorizzate in provincia di Brescia nel 2021, rispetto al 2020, sono diminuite del 56% (da 92,7 a 40,8 milioni). Il confronto con il 2019 evidenzia ancora una salita (+485%, da 7 a 40,8 milioni). A livello settoriale, nell’industria, le ore complessivamente autorizzate sono scese del 59% (da 69 a 28,1 milioni), nell’edilizia sono diminuite dell'84% (da 6 milioni a 980 mila), nel commercio del 32% (da 17,2 a 11,7 milioni).
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