Economia

Confesercenti: «Commercio settore in difficoltà, servono interventi»

Dal 2019 perse 1.937 imprese (-7,6%). Quaresmini: «Piano di rilancio basato su innovazione e negozi di prossimità»
Una serranda abbassata - © www.giornaledibrescia.it
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Il sistema imprenditoriale bresciano continua a mostrare vitalità, ma dietro ai segnali di crescita emergono fragilità strutturali nei comparti storici del commercio, della somministrazione e della ricettività. Secondo i dati Movimprese–Infocamere, al terzo trimestre 2025 le imprese registrate in provincia sono 117.103, con un saldo positivo di 425 unità.

Tuttavia, nei settori tradizionali si osserva un arretramento che preoccupa Confesercenti. Il commercio, pilastro dell’economia bresciana, ha perso 1.937 imprese dal 2019 (-7,6%), scendendo a 23.300 attività attive. «I numeri raccontano la fatica quotidiana di un comparto che paga un prezzo altissimo alla trasformazione dei mercati e all’aumento dei costi – sottolinea Barbara Quaresmini, presidente di Confesercenti Lombardia Orientale –. Serve un piano di rilancio fondato su innovazione e valorizzazione dei negozi di prossimità, veri presìdi della qualità della vita».

L’e-commerce

La concorrenza dell’e-commerce – nel 2023 in Italia sono stati consegnati 906 milioni di pacchi – e l’aumento degli affitti e utenze mettono in difficoltà bar, ristoranti e strutture ricettive. Nonostante l’ottima performance turistica con oltre 11 milioni di presenze, il settore conta oggi 8.778 imprese (-4% sul 2019). «La riduzione dei punti vendita – aggiunge Quaresmini – è un problema economico ma anche sociale: senza negozi di base i centri minori perdono servizi e comunità».

Eccezione positiva arriva dal Garda, dove la forte domanda turistica sostiene il tessuto imprenditoriale. «L’area mostra una maggiore capacità di tenuta grazie a una clientela più diversificata – spiega Andrea Maggioni, coordinatore per il Lago –. Ma anche qui la contrazione dello scontrino medio resta un segnale di debolezza».

Confesercenti chiede interventi strutturali: meno burocrazia e tasse per le microimprese, incentivi alla digitalizzazione, valorizzazione dei centri storici e formazione per imprenditori e lavoratori. Tra i segnali incoraggianti, l’associazione cita il bando regionale «Nuova Impresa nei Piccoli Comuni e Frazioni», promosso dall’assessore Guido Guidesi. «Aiuto concreto - concludono - per sostenere il presidio economico e sociale nei territori».

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