Economia

L’Ue lancia i conti di investimento e risparmio europei

La commissaria ai Servizi finanziari Maria Luís Albuquerque: «In questo modo i cittadini potranno ottenere rendimenti migliori»
La sede della Commissione Ue - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
La sede della Commissione Ue - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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La Commissione Ue presenta una strategia per rafforzare l’educazione finanziaria dei cittadini europei e creare un nuovo strumento comune di investimento: i Conti di risparmio e investimento europei. I cittadini così «potranno ottenere rendimenti migliori» sostenendo imprese, crescita e creazione di posti di lavoro, ha segnalato la commissaria ai Servizi finanziari Maria Luís Albuquerque.

Con «interessanti incentivi fiscali», si incentivano le persone a investire aiutando i Paesi Ue «a trovare capitale di crescita e ad essere più competitivi». La nuova Strategia si articola su due pilastri. Da un lato punta a migliorare le competenze finanziarie dei cittadini, con campagne Ue e programmi nazionali di alfabetizzazione, considerando che attualmente solo il 18% degli europei ha un’alta comprensione delle tematiche finanziarie. Dall’altro lato propone un modello comune per i Conti di risparmio e investimento, che consenta ai cittadini di mettere a frutto i risparmi con accesso facilitato a prodotti diversificati e condizioni trasparenti.

Il punto

I Sia (Savings and Investment Accounts) saranno in pratica una versione potenziata e paneuropea dei Piani individuali di risparmio (Pir). Dovranno garantire comparabilità dei costi, protezione dei consumatori e facilità di trasferimento tra diversi fornitori, anche oltre frontiera. Si punta ad avere un’ampia gamma di fornitori, prodotti semplici, flessibili, con opportunità di investimento, legati a incentivi fiscali e, più in generale, accompagnati da un processo fiscale semplificato. Dell’esperienza italiana dei Pir Bruxelles ricorda che ha avuto un rapido decollo al lancio nel 2017 e conta ora (dati a fine 2023) 66 Pir tradizionali con asset in gestione per 17 miliardi e 17 Pir alternativi con 2 miliardi.

Una formula che si distingue per i forti incentivi fiscali: esenzione completa dalle imposte sui redditi derivanti dagli investimenti e dall’imposta di successione, un vincolo minimo di cinque anni e limiti di conferimento (dai 40.000 euro per arrivare fino a 1,5 milioni nel caso dei Pir alternativi).

Sotto la lente

Ci sono però delle criticità sulle restrizioni geografiche e settoriali: il 70% va investito in titoli di società residenti in Italia o Ue/See ma con stabile organizzazione in Italia. Tali vincoli, sottolinea Bruxelles, vanno ponderati rispetto all’obiettivo di diversificazione, perché «se i rendimenti degli investimenti nazionali sono inferiori ai benchmark internazionali ciò può ridurre l’adozione da parte degli investitori retail». Anche il vincolo minimo di detenzione e i tetti ai conferimenti possono frenare la crescita degli asset in gestione.

C’è poi un chiaro avvertimento di Bruxelles ai 27: gli Stati Ue possono legare benefici fiscali a criteri geografici solo se rispettano la libera circolazione dei capitali. La Commissione, comunque, accelera su uno dei punti cruciali dell’Unione del risparmio e degli investimenti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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