Economia

Cnh, sciopero all'Iveco: «Non ci facciamo prendere a schiaffi»

È cominciata con uno sciopero di due ore, le prime di un totale di otto previste per il mese di luglio, la giornata di lavoro degli operai
CASO CNH, SCIOPERO ALL'IVECO
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«Non ci facciamo prendere a schiaffi in faccia da Cnh Industrial». Non retrocedono di un millimetro i delegati sindacali dei lavoratori Iveco, che sintetizzano in un chiaro e semplice messaggio all'azienda le loro richieste: rispettare gli accordi sottoscritti il 10 marzo scorso al Ministero dello sviluppo economico. In quell’occasione erano stati programmati nuovi investimenti per Brescia e immaginato un robusto incremento dei volumi per Lecce, un piano industriale che il 24 giugno l'azienda ha detto di non voler rispettare, posizione «inaccettabile» per i lavoratori.

È cominciata con uno sciopero di due ore, le prime di un totale di otto previste per il mese di luglio, la giornata di lavoro degli operai dell'Iveco, che questa mattina si sono ritrovati per un'assemblea pubblica, davanti all'ingresso di via Fiume. I rappresentanti chiedono anche il coinvolgimento delle istituzioni bresciane in una battaglia che, ci si auspica, deve diventare di tutti: in gioco c’è la salvaguardia di una realtà che oltre ad essere un modello industriale ha una lunga storia alle spalle, legata a doppio filo con quella della città di Brescia. Per questo, nei giorni scorsi i deputati bresciani della Lega avevano presentato un'interrograzione al Ministro del Lavoro.

In assemblea gli operai hanno chiesto l'adesione allo sciopero anche degli impiegati e lo stop agli straordinari: «Sappiamo delle difficoltà di tanti di noi - hanno detto -, ma adesso è il momento di serrare i ranghi». Ai circa duemila dipendenti della sede di Brescia, che rischiano il posto di lavoro, vanno aggiunti anche i 700 di Lecce, realtà che rischia la chiusura.

 

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